Caffè Corretto – 49ers

La finale dell’Australian Open. La prima vittoria di un italiano dopo 48 anni in un torneo del Grande Slam. I due Conference Championship della NFL e di mezzo la solita Serie A di calcio. La Premier League con la prima di Klopp con il Liverpool dopo aver annunciato l’addio alla panchina dei Reds a fine stagione.

Così nella notte italiana a San Francisco si consuma un dramma in due atti. All’intervallo la squadra di casa è sotto 27-4. Per un paragone calcistico è come perdere 3 a 0 alla fine del primo tempo. Smetto di guardarla, vado a letto sicuro che la partita sia decisa. Non ho imparato nulla da Istambul e dal Superbowl 51.

Mi sveglio. La partita ha ancora otto minuti da giocare e incredibilmente i 49ers sono avanti di 3 punti. Hanno rimontato e rischiano di vincerla. Ecco, finisce così che quegli otto minuti sono pieni di patos e 49ers vanno al Superbowl dopo aver ripreso una partita persa. Di pura rabbia agonistica.

A ricordarsi che c’è il futsal, tanto maschile quanto al femminile è uno sforzo d’amore assoluto. D’innamorati è pieno il mondo, quelli del futsal scelgono questo piccolo mondo con una devozione commovente.

Un punto in classifica dopo diciotto giornate, in quel di Verona al maschile, s’arranca in una stagione che definire difficile suona come un eufemismo. Non è che al femminile vada molto meglio, ma almeno lì, nello spazio che occupa l’altra metà del cielo c’è solo una squadra che retrocede e quel posto sembra già assegnato.

Nella sfida di cartello Olimpus – Genzano fa più rumore il palo del nuovo acquisto arrivato in riva al lago di Nemi che il risultato che vede comunque la compagine del presidente Tuccillo mettere il musetto avanti e passare proprio sul campo della capolista. Il pareggio del Mantova impegnato a mantenere la categoria contro una Sandro Abate che lotta per un posto nella post season è uno di quelli squilli acuti di giornata. Secondo solo a quello di un Cosenza che si prende i tre punti contro una L84 la cui corrente agonistica più che essere alternata a volte e letteralmente spenta.

Note a caso, appunti sparsi su fogli digitali accumilati anche al culmine anche d’un sabato lunghissimo. Under 19, Under 15 e le donne quelle grandi. La sensazione d’essere ad uno spettacolo nel quale manca uno dei migliori interpreti funesta l’atmosfera ma lo sport è così. Come vi direbbero in NFL: “the next man up”, una sorta d’avanti il prossimo, uno slogan per quelle occasioni sportive che capitano raramente e delle quali bisogna approfittare.

A guardarlo bene questo Montesilvano femminile ho sempre l’impressione che sia in bilico tra la possibilità di travolgere l’avversario e quella d’essere travolto a sua volta. Senza una sorpresa felice se non fosse per la ritrovata verve realizzativa di Matijevic, resta il rammarico per una giovane Kick Off in cerca d’autore piena di peccati di gioventù.

Pochi i volti nuovi in questa Serie A al femminile. In una stagione nella quale retrocedere è davvero complicato anche in prospettiva d’un eventuale ripescaggio che non si nega mai a nessuno, qualche scommessa in più si poteva azzardare. Invece resta imprescindibile l’abitudine di consumare sempre le stesse atlete.

Un po’ come andare in Cambogia a mangiare sempre la pizza anche li. Certo non è la pizza italiana ma dopo dieci anni anche quella diventa la più buona del mondo. Nel futsal italiano, la pizza cambogiana sembra essere diventata un piatto tipico. Uno di quelli da consumarsi il più a lungo possibile.

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