Post Xmas, ripartenza

Si riparte. Conclusi gli impegni delle nazionali, tra quelli ufficiali della maschile che escludono l’Italia dalla manifestazione iridata a quelle della femminile che in amichevole fa prove di mondiale.

Torna la regular season, e il Napoli di Colini, lontanissimo dalla vetta della Serie A, fa un sol boccone di un Pomezia che deve non solo ritrovare una stabilità tattica ma anche una tecnica. Cos’è però cambiato dall’ultimo turno?

In questa finestra di mercato, termine usato impropriamente in virtù della natura legislativa del futsal nostrano, s’è ancora una volta rimarcata una tendenza ormai acclarata. In Italia i giovani giocatori non arrivano.

Mati Bonino, astro nascente del futsal argentino, pilastro della under 21 albiceleste, preferisce accasarsi in un club minore della Liga piuttosto che approdare nel Bel Paese. Ammesso che qualcuno che opera per conto delle squadre che militano nell’autoproclamato “campionato più bello del mondo” l’abbia cercato.

Probabilmente no, meglio ingaggiare qualcuno con il doppio degli anni, per poter attaccare una figurina prestigiosa al proprio album. La tendenza alla collezione Panini pervade però anche la Serie A femminile. Lì la condizione è aggravata dall’oggettiva penuria di atlete disponibili alla pratica agonistica di alto livello.

Così le partenze verso casa si colmano ricorrendo all’usato, molto usato, sicuro. Condizione del tutto accettabile se il confine della visione, dei progetti sventolati a parole è l’immediatezza del domani. Problematico se ci si proietta oltre il proprio naso, anche se lungo come quello di Pinocchio.

Probabilmente chi sostiene che in Italia le riforme vadano imposte non ha tutti i torti, semmai si può argomentare sulle ragioni e le motivazione che ne diventano propulsore. Perché la politica sportiva non favorisce mai lo sviluppo economico di una disciplina.

Così come accade per il basket. Lì le scelte del presidente Petrucci sono tese ad estendere anche il limite del suo mandato, non a favorire la disciplina. In questo modo ad esempio nel futsal, scopriamo che la Basilicata e cito testuali parole: “Regione in prima linea rispetto ai grandi eventi sportivi”.

Teatro dei campionati assoluti di arrampicata sportiva, di gare di bike trail, dell’ottava edizione del trofeo CONI. Se non ne avete mai sentito parlare, tranquilli non siete i soli. Di tutti i posti possibili, come mai Policoro? Come s’è trasformata una ridente cittadina di 17mila abitanti nell’ombelico del mondo del futsal? La risposta è anagrafica e anche biografica. Soprattutto però è di politica – sportiva.

Nessuno sport che ambisce a sopravvivere in questo nuovo millennio alle mille sfide sociali ed economiche può prescindere dal profitto. Dal generare ricchezza per tutti. Fino a quando il futsal rimarrà inchiodato alla logica del tutto legittima del consenso elettorale, accadrà di giocare le sue finali in luoghi che vanno cercati con attenzione su google maps.

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