Io, ho avuto solo cattivi maestri. Di quelli capaci di cavare denaro anche dalla più infima delle opere letterarie. Di trovare valore dove altri non ne vedevano nessuno e che da una libreria hanno tirato su un impero immobiliare. Insomma dei palazzinari, però in società editori, suona meglio.
Gente che non s’è mai nascosta. Non ha mai posseduto, quel disgusto intellettualoide di chi disdegna lo sporcarsi le mani. Di chi rifugge le regole del mercato, di chi considera il denaro un peccato, capitale.
A Vespasiano, l’imperatore, è attribuita la vulgata: “il denaro non ha odore”. Io, resto fedele a quella linea.
Non mi scandalizzo del futsal mercato, non fingo non esista per paura che mi contamini. Lo seguo, ne parlo e ne racconto, quando la storia credo possa interessare dei lettori. Perché quel genere di materiale, interessa al lettore, anche agli ascoltatori. Starsene nelle torre di cristallo, a pontificare dall’alto serve una causa, ma una sola.
Sono incuriosito dalla figura del procuratore sportivo, una riforma che attende ancora di essere pienamente recepita, prevede anche quel ruolo. L’esistenza della posizione giuridica del lavoratore sportivo, lo esige. Due discriminanti caratterizzano la professione del procuratore sportivo, la sua abilitazione e il percepire una percentuale dell’ingaggio del calciatore.
Ringrazio per la consulenza, un giovane avvocato che spero diventi presto procuratore FIFA.
Per ora, nel mondo dilettantistico, però i procuratori sono vietati. Basta consultare l’archivio della Procura Federale Sportiva e scoprire che in Serie D ad esempio, questi vengono attualmente perseguiti. Senza nascondere la testa sotto la sabbia, come Aldo prima di colpire di testa, nel futsal esiste una sorta di surrogato, i consulenti.
Vengono puntualmente ringraziati dalle squadre, per la collaborazione. Se non si lamentano le società, perché dovrebbero farlo altri, resta una domanda, per la quale al momento ho solo delle supposizioni.
Mi chiedo anche, cosa ci fanno sul mercato delle agenzie che assistono giocatori che hanno una denominazione simile a quella di molti tesserati, impegnati anche nella prossima Serie A. Questo non è un problema?
Asserire che il male del futsal sono i consulenti, equivale a dichiarare che il problema della prostituzione illegale in Italia è colpa degli esercenti proprietari dei sexy shop. Così per amore di narrazione, in Belgio il proprietario di alcuni sexy shop è stato presidente di una squadra capace di vincere la Coppa del Belgio contro l’Halle Gooik. Pareggiare le due finali scudetto, perdere il titolo solo in virtù di un regolamento cervellotico.
Se i giocatori accettano i consulenti, le società li ringraziano, tra poco ci saranno anche i Procuratori Sportivi, esattamente qual è il problema? Rispondono probabilmente ad una richiesta del mercato, sono consentiti da una legislazione sportiva come al solito piena di buchi.
Mi resta una curiosità, esattamente che insulto è “mediatori di bancarelle”? È una figura mitologica coniata per l’occasione, un po’ mediatore culturale un po’ chiosco della porchetta su ruote? Scusate, ho sempre tante domande. In compenso vi assicuro che cerco anche delle risposte.
Se lo scandalo dei consulenti indigna qualcuno, mi chiedo come mai non s’indigni anche per altro. Non per cadere in un “benaltrismo” decisamente forviante. Semplicemente perché le due vicende riguardano lo stesso ambito. Il vituperato “mercato”.
Vi racconto una storia, mettevi comodi.
C’è il presidente del Telefono Futsal, nella sua squadre milita il giovane Tizio, 23 anni. Il ragazzo, vorrebbe giocare per il Citofono Futsal, campione d’Italia. Ha l’ambizione sportiva di disputare la Futsal SmartPhone League. Però non può svincolarsi, è uno di quei tipi distratti che non conosce le Noif.
La trattativa sembra bloccata. Il Citofono Futsal, nonostante il suo sponsor munifico, la Cassa di Risparmio di CitofonoLandia, non può assicurarsi il giocatore. All’improvviso però la svolta. Ecco che sulle testate specializzate appaiono i titoli: “come vi avevamo anticipato”, “boom boom Tizio”. Segue la foto del giocatore con indosso la maglia del Citofono Futsal. Possiamo scrivere: “Alla fine vince lo sport”. Al ragazzo viene offerta la possibilità di esprimere il suo talento.
Sembra una storia a lieto fine, forse lo è. Inizia la stagione di futsal e lo streaming con la telecamera automatica, quella che inquadra le teste pelate invece del pallone. In una inquadratura, lungo il bordo del campo del Telefono Futsal, campeggia “un led”. Pubblicizza la Cassa di Risparmio di CitofonoLandia.
Cosa ci fa uno sponsor così territoriale, che non ha nemmeno una filiale fuori dai confini della sua municipalità, in un led dall’altra parte del paese?
Esistono irregolarità palesi, come quella di consegnare a mano denaro delle iscrizioni in violazione al regolamento. Esistono zone grigie, all’interno delle quali si muovono in molti. Anche le stesse società, eppure non destano scandalo. Così per amor di conversazione, ricordo ai distratti, che nessuna società dilettante può trarre beneficio economico dall’immagine di un giocatore dilettante. Qualcuno s’è mai preoccupato di questo problema? No, perché la condizione è favorevole per tutti. Gli operatori privati hanno accesso ad un prodotto a costo zero, gli operatori legislativi possono accaparrarsi un prodotto sviluppato, in virtù della loro posizione di legiferatori.
Il futsal non ha nessuna magia particolare, diversa da quella che possiede il basket, il baseball o anche la pallacorda, che se non ricordo male ha anche un bel numero di tesserati in Italia. Sarebbe ora di piantarla con la mistica dello “sport più bello del mondo” che a parte il calcio, pochi altri possono provare anche solo a fregiarsi di quel titolo. Il futsal è uno sport con le sue peculiarità che non lo rendono né migliore, né peggiore di altri. Unico. Sulla sua unicità dovrebbe costruire la sua mistica, la sua immagine, i suoi eroi e le sue leggende. Altrimenti, non vi stupite perché Isole Tonga – India di cricket fa più spettatori della finale di Champions di Futsal. Il futsal non ha bisogno di essere salvato, casomai, liberato.