Esiste un momento nel quale tutte le narrative anche quelle sportive si scontrano con la realtà. In quell’istante e nel medesimo luogo nel quale muoiono i progetti delle società di futsal, ci sono i numeri. Quelli che a mistificarli si fa sempre in tempo ma si viene poi scoperti.
La FPF, la Federcalcio portoghese, ha diffuso il suo programma per il 2023 – 2024. Tralasciando il personalissimo problema di dover tradurre il portoghese e saltando direttamente ai freddi numeri e lì, che insieme a quelli, troviamo i cadaveri della grandeur di tante altre federazioni. Lì si spengono i sogni di quelli che li tenevano nel cassetto.
In Portogallo si disputeranno 372 incontri per la Campionato Nazionale Under 19, rullo di tamburi: femminile. Cento ottantasei (186) gli incontri per la U19 maschile, 186 per la U17 e 111 per l’under 15. Questi solo i numeri per la stagione regolare, senza contare gli incontri di coppa nazionale.
Sapete quante squadre parteciperanno al campionato under 19 nazionale femminile della Divisione Calcio a 5 in questa stagione? Non è ancora chiaro, sappiamo solo che le iscritte alla Coppa Italia sono 18. Ipotizziamo siano lo stesso numero della scorsa stagione, perché crediamo allo slogano “sport in crescita esponenziale”. Ventiquattro squadre, in 4 giorni da sei compagini. Ottanta (80) partite nella prima fase, poi la prima di ogni girone avrebbe atteso un playoff tra le seconde e terze classificate.
Assomigliano questi numeri lontanamente a quelli della FPF? Non dovete rispondere è una domanda retorica. Più facile credo sia comparare il numero di partite di campionato nazionale U15 maschile di futsal italiano a quello portoghese. Zero a centoundici. Qualcuno continua però a chiedersi meravigliato, come è stato possibile che i lusitani scavassero questo solco profondo tra le due discipline?
Non hanno lasciato che a prendere le decisioni fossero gli umori delle squadre dei presidenti. Hanno impiegato SCORE, il sistema di analisi delle prestazioni sportive, hanno applicato rigidi parametri alle strutture di gioco, hanno offerto consulenza e imposto dettami.
Costruendo di fatto una cultura basata sui dati, non sul sentiment di quel dirigente o di quel tesserato. L’anno scorso la FPF ha prodotto oltre 700 incontri in diretta, utilizzando la struttura di Canal 11 come supporto. Ora dopo aver consolidato il mercato interno passa all’assalto, di quelli in cui la diaspora portoghese ha portato molti potenziali tifosi. Puntano la Cina e non con un fumoso “dobbiamo sbarcare in Cina”. In quel documento è presente il dettaglio del progetto: sbarcare su WeChat, Youku, Weibo, Douban, Xiaohongshu e DouYu.
C’è il progetto degli esports, quello per un e-commerce capace di raccogliere direttamente i frutti del merchandise, la costruzione di un datacenter, di una nuova struttura per gli allenamenti delle nazionali, un progetto per andare nelle zone del Portogallo più a rischio povertà.
Si tratta del Portogallo, visto però da qui, dall’Italia del calcetto, sembra Marte. Ora quando i ragazzi di Clairefontaine ci sorpasseranno anche nel futsal, forse in Italia si smetterà di dare la colpa all’economia, ai giovani d’oggi o alla mera sfortuna. Perché nel governo del calcio a 5 italiano qualcuno c’è da sempre e non può continuare a spacciarsi in eterno come il nuovo che avanza, oppure può? Può.