Questo prodotto della Electronic Arts non è semplicemente un videogame. È un fenomeno di costume. Giocatori ne parlano tra di loro, gli overall di FUT finiscono per essere metro di valutazione per gli atleti, che postano poi sui social in un turbinio di condivisioni.
FUT è Ultimate Team, la modalità online competitiva del gioco. A metà tra il fantacalcio e la collezione delle figurine è un prodotto da due miliardi di euro l’anno di ricavi. Non è un “giochino”, si tratta d’un prodotto commerciale altamente remunerativo.
Quest’anno la EA ha introdotto la possibilità di schierare nelle squadre del FUT anche atlete di sesso femminile. La scelta a livello di marketing è abbastanza ovvia. Si strizza l’occhio a mercati come quello americano dove FC24 ha poco appeal in quanto si tratta del soccer che esiste praticamente solo a livello femminile.
C’è u n piccolo problema in questa ottima trovata pubblicitaria. Per rendere competitive le giocatrici, a loro è assegnato un valore che le mette spesso sullo stesso piano dei atleti di altissimo livello. Immaginate quindi Sara Gama che vince sistematicamente i contrasti difensivi mentre marca Lukaku.
Nel mio personalissimo FUT mi sono ritrovato con il portiere della Juventus femminile, livello 59 la Toniolo risulta di nazionalità paraguayana per non so quale ragione. Nella fase iniziale del gioco è possibile sostituire un giocatore con un prestito momentaneo. Seleziono il mio terzino coreano livello 49 e mi arriva al suo posto quello del PSG femminile. Sakina Karchaoui, overall 86.
Per offrire uno spazio di contesto, ottantasei è lo stesso valore di Cancelo, è un punto più alto di Theo Hernandez. In questo momento il miglior esterno basso di FUT al mondo in questo momento è (rullo di tamburi): Fridolina Rolfö, svedese in forza al Barcellona femminile.
Nulla in contrario in linea di principio estetico. C’è una piccolissima quanto perniciosa questione che aleggia su questo omogeneo sistema di valutazione. In nessun ambito della fisica newtoniana Karchaoui può avere parametri fisici comparabili a quelli di un uomo. Per una questione anatomica e biologica. Tuttavia secondo le valutazioni dei giocatori della EA lo sono. Così rimpiangere football manager è ancora più facile.
Questa è chiaramente una questione di equilibrio del gioco, di gameplay. Se la EA non avesse sbandierato “la simulazione calcistica definitiva” nessuno avrebbe sollevato la questione di Kerr che dall’alto del suo 1.68 salta in testa a difensori che sfiorano i due metri. Tuttavia meno dell’uno per cento dei gamer competitivi impiega attivamente le giocatrici femminile nelle partite di ranking.
Cercare di diffondere l’idea che le donne e gli uomini pratichino la medesima disciplina è corretto, pensare che questi allo stato di sviluppo biologico attuale, siano intercambiali è un falso non solo ideologico ma fattuale. Resta una occasione per i creatori di contenuti, i meme anche video sulle prestazioni delle calciatrici virtuali sono in questo momento un trend e alla fine “basta che se ne parli” è un mantra pubblicitario che non tramonta mai.