I diritti invenduti

L’asta deserta per i diritti tv del calcio femminile italiano non colpisce tanto per la sua unicità. Piuttosto per la distanza tra la percezione degli organi federali sul valore commerciale del prodotto e il suo riscontro sul mercato. La FIGC pensava infatti di raccogliere 1,750 milioni dall’asta. Gli esperti di settore hanno valutato il prodotto tra 300 e 400 mila euro. Una distanza abissale.

Se un broadcaster, oltre ai costi di produzione ritiene che non possa accollarsi nemmeno 300 mila euro di diritt poiché l’eventuale raccolta pubblicitaria sarebbe inferiore, esiste un enorme problema di vendibilità del prodotto. La spettacolarità del calcio maschile italiano è ai minimi storici. Non possiamo certo credere che quello femminile sia più alto, a fronte di prestazioni a livello di nazionali altrettanto modeste.

Trecentomila euro sono circa l’impegno economico annuo necessario ad una squadra di futsal femminile della Serie A italiana, per tentare con ragionevoli probabilità di successo, la rincorsa allo scudetto. Uno dei due investimenti potrebbe essere più sensato dell’altro oppure non esserlo, entrambi.

Dalla proposta di partite su Sky Sport per il campionato di calcio a 5, sono giustamente sparite ad oggi, quelle del calcio a cinque femminile. Inutile che la governance si debba sobbarcare l’onere di far funzionare il palinsesto al femminile. Eviscerati gli impegni di facciata, tutte le società hanno in qualche modo cercato di evitare la lunga per alcuni trasferta nella Silent Hill di Salsomaggiore.

Le partite sulle carta migliori potrebbero risultare in un pessimo spettacolo. Immaginate cosa accade quando in onda si trasmettono incontri dall’incerto e approssimativo livello tecnico e tattico. Si finisce con il danneggiare ulteriormente un prodotto già difficilmente vendibile.

Senza dimenticare che se debbo scegliere tra i primi venti minuti della Supercoppa Femminile di futsal e Fiorentina – Atalanta oppure Everton – Arsenal, non credo che il possibile spettatore occasionale si sia anche solo trovato nei pressi del “canale” giusto. Ulteriore leva a sfavore è costituita dallo strumento di consumo, con l’app non si fa zapping, si cerca quello che s’è deciso di vedere.

Così se la questione diritti non è sul tavolo, perché non hanno alcun valore, quella visibilità continua a restare centrale. In un sistema d’intrattenimento in continua evoluzione e che s’allontana dall’ecosistema classico della televisioni probabilmente la scelta d’investire in futsaltv è in una prospettiva più corretta di quella che insiste su un mercato dal quale i soldi della pubblicità sembrano allontanarsi sempre di più.

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