È già iniziata la campagna elettorale?

Forse non è mai davvero finita, la campagna elettorale. È andata in pausa durante la luna di miele tra l’attuale governance del calcio a 5 italiano e la sua base elettorale. Almeno fino alla famigerata “Riforma Bergamini”.

Da alcune settimane però i tamburi di guerra sono tornati a farsi sentire. C’è chi batte forte sul malcelato malcontento dei club di vertice, quelli della Serie A maschile. All’apparenza si sentono danneggiati da una riforma che sicuramente ha limitato il tasso tecnico in campo e alzato i costi dei giocatori italiani ora divenuti merce preziosa in quanto introvabili. Quelli che “possono giocare”, ovviamente.

Tutto abbastanza noioso no? La politica, anche sportiva, è raramente interessante se di mezzo non c’è uno scandalo. Meglio di natura sessuale e un qualche impiccio con i soldi, perché questi due argomenti risuonano ancora con efficacia all’interno di un elettorato.

Quello stesso elettorato, che tra due anni sarà chiamato ad eleggere il presidente della Divisione Calcio a 5 e i suoi consiglieri potrebbe contare circa 200 grandi elettori. Il 10 per cento di questi è rappresentato dai club apicali maschili. Battere sulla grancassa d’un problema che principalmente riguarda l’élite della disciplina è quantomeno ingenuo. Un po’ come se qualcuno ponesse il limite all’acquisto di 12 auto sportive (non formati) come un problema a persone che non se ne possono permettere nemmeno una.

L’elettorato sportivo di qualsiasi disciplina minore è più spesso interessato ad essere inserito in gironi senza lunghe trasferte costose, nello spostamento di questa o quella gara. Insomma come accade nella politica tradizionale, si vota con la “pancia” o come direbbero gli americani “put the money where you mouth is”. Questa governance è particolarmente abile nell’ “appeasement”, nell’accordo politico, nella concessione.

Senza quel “è anche intelligente”, lo scandalo che ha poi travolto portandolo alle dimissione il precedente presidente, probabilmente oggi, a guidare la Divisione Calcio a 5, ci sarebbe ancora lui, Montemurro. Perché semplicemente il processo elettorale sportivo permette attraverso una gestione paternalistica e consociativa di ottenere il massimo risultato possibile, in eterno, alla Petrucci.

È sufficiente per regnare all’infinito, una certa intelligenza politica e la relativa scaltrezza necessaria anche a pugnalare alle spalle il compagno di cordata un momento prima del voto. “Tu quoque, Brute, fili mi”, chi si scandalizza non ha mai davvero fatto politica seriamente.

Due anni di campagna elettorale sono lunghi, lunghissimi. Senza un argomento, accadimento, controversia che coinvolga l’intero movimento è difficile pensare che la sola “Riforma Bergamini” sia argomento sufficiente. Così come la riforma dei campionati.

Non resta che attendere.

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