Perché Avance 27 è così importante per il futsal

Importante ovviamente per il futsal spagnolo. La RFEF con il progetto Avance 27 non sta facendo piovere aiuti di carattere assistenzialista sui club di calcio a 5 di prima divisione. Ha iniziato un processo virtuoso di gestione della lega che presiede. La gestione dei diritti sportivi da parte della RFEF non è una novità, in parte è stata applicata anche al Barcellona nel tentativo di sollevare i blaugrana dalla loro orripilante condizione economica.

Un progetto come Avance 27 parte da alcuni numeri ineluttabili, perfettamente comuni a molte leghe professionistiche sportive, anche in Italia. Nel recente Report sul Calcio infatti, commissionato dal Centro Studi FIGC e giunto alla sua tredicesima interazione, per il calcio si disegna una situazione economica drammatica.

Negli ultimi 25 anni, la perdita netta aggregata della Serie A di calcio è passata da 38 milioni di euro a 1,004 miliardi di euro. Mentre il suo margine operativo lordo (EBITDA, tenetelo a mente, vi tornerà utile dopo) è passato da 165 milioni a 88 milioni di euro. Al netto ovviamente delle plusvalenze, non vorremmo mai che la finanza creativa ci distragga dalla realtà dei numeri. In totale in questi 25 anni la Serie A ha perso la bellezza di 793.622 euro al giorno. Per tornare a parafrasare Marchionne: “in ferie da cosa…”.

La Spagna che non ha registrato numeri dissimili ha deciso di mutuare, adattandolo, un modello economico sportivo diverso. Quello della NFL, la National Football League. Perché? Perché come spiega Sportico, in NFL è impossibile trovarsi in perdita.

Il ricavo nazionale dai media e dai partner di sponsorizzazione è stato di 12 miliardi di dollari nella passata stagione, ovvero il 64% del ricavo totale della lega pari a complessivi 17,8 miliardi di dollari. In termini più semplicistici, in base alla distribuzione tra società, ogni squadra ha ricevuto quasi 375 milioni di dollari prima di vendere un singolo biglietto, birra o sponsorizzazione locale. Una cifra che nella prossima stagione si aggirerà intorno ai 400 milioni di dollari.

Nel frattempo, i costi dei giocatori rappresentano più della metà delle spese annuali e sono determinati da un tetto salariale che si muove di pari passo con i ricavi e che l’anno scorso era pari a 208 milioni di dollari. Certo non ci sono le tanto amate dagli europei promozioni e retrocessioni, però in compenso fallire come società è decisamente complesso e anche decisamente asinino.

Per fare un paragone con la Serie A, le squadre di NFL hanno registrato un EBITDA (vi avevo detto che tornava utile tenerlo a mente) aggregato pari a 4,4 miliardi di dollari, ovvero 137 milioni di dollari a squadra. Riassumo: 88 milioni di euro di margine contro 4,4 miliardi di dollari.

Immaginate di aver 4 milioni e non 12 miliardi, da riversare in una disciplina. Di puro ricavo media e sponsorizzazione, a livello di lega. Con le dovute proporzioni, quello che la RFEF sta applicando è l’unico modello economico possibile per permettere ad uno sport professionistico di reggere all’impatto di corporazioni sportive che già lo adottano.

È il modello su chi si basa la Premier League. Con buona pace dei nostalgici del calcio romantico con i campi di patate, i calzettoni calati e con il Borghetti, no dai un po’ di nostalgia per quello c’è, il caffè Borghetti intendo. Il prodotto sportivo moderno viene impacchettato e venduto così che sia sostenibile.

Il sistema virtuoso della NFL permette ad un club di incassare 375 milioni di dollari, prima che si sia giocata la prima partita della stagione. Di spenderne 208 per la squadra e quindi ottenere un margine operativo di 167 milioni di dollari prima di aggiungerci gli sponsor locali. Cento sessantasette milioni di dollari di attivo, anche se perdete tutte le dannatissime partite.

Torniamo al futsal, quello nostrano ruspante. Invece di dibattere, su quanti stranieri, formati o formanti, quanti disinformati e quante pettorine mettere nelle distinte di gioco, non sarebbe economicamente più saggio e intelligente preoccuparsi di creare una condizione finanziaria sostenibile?

Le società non potrebbero spendere più di quello che incassano. I giocatori continuerebbero ad essere pagati il prezzo di mercato e sarebbero sicuri di averli, i soldi dei contratti. Le squadre continuerebbero ad esistere, senza scomparire ogni tre per due come uno scontrino fiscale in uno stabilimento balneare. Ma non è questo vero? Il futsal in Italia resta quello sport, dove si arriva, si sbattono fortissimo i soldi sul tavolo e si vince, quasi subito e poi via, quando quella soddisfazione s’è affievolita e si preferisce spenderli altrimenti quei denari.

Lo sport è showbiz, anche quello minore, marginale. Altrimenti perché giocare uno sport indoor nell’Arena di Verona come ha fatto di recente il volley femminile italiano. Per lo show business, per lo spettacolo. Tenere la testa sotto la sabbia non aiuta a far passare la tempesta ma a morire soffocati.

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