Caffè Corretto – Finale di Stagione

Lo scudetto s’è fermato ad Eboli. Se Carlo Levi scriveva nel 1943 che lì s’era fermato Cristo, figuratevi se non può fare una fermata anche un tricolore del calcio a 5. La squadra campana potrà ora iscriversi di diritto alla UEFA Futsal Champions League, come detentrice del titolo italiano.

Coriandoli a parte, il finale di stagione è quel periodo nel quale si programma già la prossima stagione. S’analizzano le criticità, si cercano soluzioni, si progetta. Il futsal ha la sua campagna trasferimenti già attiva molto prima che fosse fischiata la fine della seconda finale playoff al maschile.

Per “linea”, questo è il momento in cui trasferisco nell’archivio i contenuti raccolti in stagione, nel quale programma l’acquisto di un NAS più capiente e performante. Metto a punto le nuove rubriche, valuto i nuovi collaboratori e mi stupisco ancora dei numeri raccolti in termini di “impressions” e letture. C’è tanto che accade dietro le quinte. S’esplorano nuovi contenitori, nuovi linguaggi. AI, i modelli linguistici, sono la nuova frontiera e va percorsa.

Sapevo ci fosse uno spazio per un certo tipo di narrativa, per un racconto sportivo che non fosse piegato e pagato dalle società. Non m’aspettavo fosse così ampio. Sebbene questa non sia certo quel genere di produzione all’ingrosso e grossolana. Tuttavia è assolutamente percorribile una strada che parla al lettore e non al presidente di un club.

Un po’ come una squadra di futsal, c’è una direzione e una idea da perseguire. Niente fumosi concetti di bel gioco. Palla in verticale, senza troppi giri di palla. Come disse l’unico vero profeta del 4-3-3, Giovanni Galeone: “il terzo passaggio è noia”.

La sostenibilità del progetto non passa dal piegare la qualità ad interessi di altri. Creare contenuti richiede ricerca e investimenti, non solo di tempo. Altrimenti è facile incappare in clamorosi passi falsi. Come è accaduto alla rivista Contrasti, scrivere Olympus, con la Y e riportare erroneamente i luoghi che hanno ospitato la finali. Ci vuol poco a scrivere: “non chiamatelo calcetto” è molto più complesso non esserlo.

Così come è facile dichiarare: “faremo una seconda nazionale under 19”, quando ci si dovrebbe chiedere come rendere competitiva quella che già c’è. Sebbene resti centrale in qualsiasi considerazione circa il calcio o il futsal giovanile, il mantra maltese: “a quell’età sono tutti uguali, tranne Eric Lamela”.

Si chiude una stagione sportiva, con un saldo positivo in termini economici per la Divisione Calcio a 5 e se pensate che sia stato facile non avevate visto i conti della passata gestione, non è nemmeno stato particolarmente complicato. Le clientele sono solo meno costose, aumenteranno le squadre del nazionale e questo rinascimento del futsal italiano potrà finalmente vedere la luce. Forse.

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