In ordine di pubblico

Domenica di finali. Del Roland Garros, del Playoff Scudetto della Serie B, del Playout della Seria A, ovviamente di calcio. È il giorno dopo, l’inizio della 24 ore di Le Mans e della finale di Champions League, vera che all’emiro del Manchester City è costata da quando c’è Guardiola un miliardo di euro.

Un miliardo di euro per una coppa. Non ci si può certo stupire che qualcuno paghi per averne di meno prestigiose di coppe. Eppure quel modo di fare e interpretare lo sport è destinato ad essere spazzato via. Dai vari Radrizzani e Cardinale.

In quel di Bari, l’altra creatura di De Laurentis sfiderà per un posto al sole il Cagliari di Ranieri e se gli scontri tra tifoserie dell’andata sono indicative di una nuova tendenza tra gli ultras, altri eventi dovevano fare “posto”.

Si giocherà così al lunedì, la decisiva gara per l’assegnazione dello scudetto di futsal femminile. Negli anni ottanta e novanta al lunedì si giocavano proprio le gare spostate in quella data “per motivi di ordine pubblico”. Sperando che un giorno lavorativo scoraggiasse la trasferta dei tifosi ospiti.

Ricordo un leggendario striscione dei tifosi della Roma che in trasferta a Bergamo per un Atalanta – Roma (ad alto rischio disordini) esposero uno striscione che recitava: “Siamo tutti parrucchieri”, alludendo al giorno di chiusura di quegli esercizi commerciali.

Acconciatori a parte, probabilmente al martedì ci sarà spazio al di fuori delle veline a pagamento per raccontare la partita a quelli che conoscono a malapena il calcetto. Come sempre mancherà l’elemento essenziale di ogni narrativa sportiva, l’elemento di critica.

Non avrà sbagliato nessuno, nessuno avrà perso. Grazie ragazze per il sogno, ci riproveremo l’anno prossimo. Le finali non si giocano ma si vincono e peccato che alla fine però vince solo uno e l’altro esattamente cos’è andato a fare?
Sarà stata una grande prova da parte di entrambe le squadre, che si saranno spese fino all’ultimo respiro e avranno lasciato tutto sul parquet.

L’atmosfera sarà bollente, la maglia sarà sudata. Sarà il grande spettacolo del futsal come se Virtus e Olimpia che si giocano lo scudetto maschile di basket non avessero la capacità di traspirare e non si segnassero canestri come gol sulla sirena.

Non è finita finché non è finita, ma dai. Pensavo invece che se sono in vantaggio faccio come al campetto, porto via il pallone e mi dichiaro vincitore. Tutti fortissimi ma alla fine quelli che perdono non lo sono meno? Lunedì daranno tutto, cos’altro dovrebbero fare?

Eppure le ragazze, le anime vere di questa disciplina al femminile, pensano. Hanno qualcosa da dire, una opinione e argomenti per sostenerla. Ma interessa a qualcuno davvero ascoltarle? No.

Sbagliate.
 “La penso sempre uguale. Confermarsi è difficile. Vincere può capitare. A tutti.”
Scrivere di una disciplina non è raccontare “chi ha fatto palo”, perdersi un gol in diretta o commentare l’ovvio. È ascoltare la voce di chi pensa di non averla, è lasciarsi avvolgere dalle storie.
 

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