Final Four. L’evocazione della magia del basket NCAA, delle partite con le cenerentole che vincono il titolo. NC State e Jim Valvano: Survive and Advance. Se non l’avete mai visto il docufilm di ESPN, recuperatelo. Vi aiuterà a comprendere il potere della parole, della manifestazione, delle storie.
Tempo di mettere in carica le batterie, trovare il posto per fare metano, sistemare la borsa per una trasferta fortunatamente breve. La vigilia è quel momento nel quale la realtà dell’evento ti colpisce più forte. La quotidianità diventa una serie di gesti svuotati dalla volontà di farli e riempiti dalla necessità.
Il tempo scorre all’improvviso più veloce ma mai abbastanza. È appena trascorso il tempo delle dichiarazioni ufficiali, quelle piene di “faremo del nostro meglio” e perché qualcuno sospettava che invece “cercherete di fare il peggio possibile”?
Tempo di favoriti che si nascondono, anche se poi proiettano scritte luminose sui muri. Di quelli che arrivano da primi della classe e poi escono al primo turno perché la Coppa Italia è una specie di nemesi sportiva terribile.
Quelli che arrivano sempre e di quelli che sono tornati. Di chi non ha niente da dimostrare o da perdere ed è almeno nella testa, più libero di giocarsela senza che questa diventi una questione di vita o di morte, nemmeno agonistica.
Oggi è giornata di vigilia per il futsal femminile e per chi lo segue con passione. È il giorno dopo Roma vs Feyenoord di Europa League, per tutti gli altri. Escono dalla Coppa gli olandesi che guidano con otto punti di vantaggio sull’Ajax la Eredivisie ma nella partita secca, conta nulla. Al bar non si parla d’altro.
C’è chi aspetta di sapere se giocherà, chi cerca di capire quanto giocherà e chi non può far altro che giocare. Davanti a spalti sicuramente molto gremiti, perché la Final Four di Coppa Italia nel futsal è l’Happening per eccellenza. Ci saranno tutti, letteralmente tutti o quasi.
Domani la Lazio di futsal femminile scenderà in campo mezz’ora prima della Lazio di Lotito, impegnata, quella del calcio, contro il Torino. Essere della Lazio non è solo l’adesione ad una idea sportiva, è una filosofia di vita. Anche mio padre è così, irrimediabilmente della Lazio, atteggiamento sportivo condito da un impareggiabile fatalismo.
La maglia della Lazio evoca “quella Lazio”. Il potere dei colori capace di collegare quel sentimento con il quale si cresce da piccoli anche a questa disciplina, a questo calcio a 5, resta un valore innegabile quando c’è, una mancanza quasi letale quando è assente.
Quell’opportunità che sembra eludere almeno all’apparenza il Pescara, di futsal femminile. Perché “il delfino” in città è anche una nota catena di pescherie, perché sulla panchina della squadra di calcio siede Zeman e anche i profeti, quelli fasulli ,vanno bene quando non si è vissuta l’epopea bohémien di Giovanni Galeone o non si posseggono gli strumenti cognitivi per distinguerli.
Per quanto una “cinderella story” farebbe bene a qualsiasi sport, saranno i valori in campo quelli acquistati investendo cifre importanti per portare ad indossare una maglia i migliori atleti disponibili a fare la differenza. Orienteranno i risultati.
Non c’è modo di eludere questa realtà. Il Manchester City non è certo una delle grandi squadre europee per storia e blasone, qualcuno ha il coraggio d’affermare che non è tra le candidate favorite a vincere la Champions League di calcio? Accade in tutte le discipline, si investe per provare a vincere non per accontentarsi d’uscire in semifinale.