Oppure come avrebbe ricordato meno prosaicamente Maurizio Costanzo: “quelli che vengono giù dalla montagna con la piena”, oggi si sorprendo per una ratifica. Già, “sorprendentemente” il consiglio direttivo della Divisione Calcio a 5 ha ratificato la seconda parte della Riforma Bergamini. Sconcertante sviluppo vero? Assolutamente no, ovviamente.
Si può argomentare all’infinito circa l’opportunità politica di questa riforma. Discutere sulla sua efficacia e sul lungotermismo che potrebbe aver inspirato questa decisione. Tuttavia l’unica cosa che davvero non può essere considerata una reazione sensata è: la sorpresa.
Pensare ad una marcia indietro di un Presidente nel pieno del suo mandato politico è quantomeno sciocco. L’unica scelta possibile era proseguire sul solco tracciato da quella svolta decisionista. Non è necessario aver fatto politica ad alto livello per comprendere queste dinamiche, basta anche aver partecipato ad una riunione di condominio.
Qualsiasi altra strada regolamentare sarebbe stata considerata una sconfitta politica. Quindi impraticabile anche al netto della possibilità che questa sia una presidenza di un solo mandato. Nella politica sportiva non esiste il voto d’opinione. I candidati sono eletti raccogliendo voti di macro gruppi d’interesse. Si vota quel candidato sulla base d’un possibile vantaggio nelle stagioni a venire.
Nulla di scandaloso. Funziona così ad ogni livello. Si chiama democrazia. L’assenza però del così detto voto d’opinione genera, nella politica sportiva, una sorta di oligarchia. Personaggi diventano quindi presidenti delle tiro a volo per 20 anni e stranamente possiedono una azienda che fa piattelli. Un esempio così, tra mille.
Nel merito della riforma, quanto il proibizionismo di qualsiasi sorta sia funzionale in una economia di mercato è ampiamente discusso. Spesso è una soluzione che tutti gli sport applicano nei momenti di difficoltà. In un contesto di competizione differenziata e globale è un po’ come chiudere i cancelli quando sono già scappati i buoi.
Tuttavia le lamentele social sono utili come trasportare un riccio nelle mutande, al massimo sono fastidiose. Quanto fastidiose per chi non cerca consenso elettorale? La riflessione avversa alla politica della riforma Bergamini andava sostenuta quando è stata proposta, non ora che viene implementata nella sua seconda istanza.
In tanti hanno preferito restare in silenzio e spolverare la propria bacheca in attesa di riporvi qualche coppa di plastica confidando in arbitri con le cataratte e sorteggi amichevoli. Quando vi hanno spacciato favori che invece erano vostri diritti, perché non vi siete sollevati indignati?
Queste sono le regole del gioco per la prossima stagione. Tali scelte sono appannaggio di chi è stato regolarmente eletto dalla maggioranza degli aventi diritto al voto. Potrebbero aver ragione a lamentarsi quelli erano dall’altra parte della barricata nella fase elettiva, chi ha corso contro gli eletti in carica.
Non c’è alcuna prescrizione medica che costringa a partecipare ai campionati nazionali di calcio a 5 in Italia. Si tratta di una adesione libera alle regole promulgate da una entità che si muove all’interno della Lega Nazionale Dilettanti. Non vi piacciono le regole, non partecipate. A meno che non possiate ovviamente fare a meno del luccichio della plastica.