I sorteggi di Blatter

Sono incuriosito dal percorso cognitivo che induce a considerare i sorteggi integrali pericolosi e dannosi, solo a posteriori. Mai prima. Non una menzione antecedente l’evento.

Non un accenno di disapprovazione sulla formula della competizione. Accade tutto misteriosamente, dopo. Con una perfetta scelta di tempo degna del miglior Mazzarri in edizione “la diarrea di Cavani”.

Vi è mai capitato d’ascoltare una squadra di Champions League, lamentarsi perché il sorteggio l’ha messa di fronte all’Apoel Nicosia? Oppure perché nel vostro gruppo c’è il Maccabi Haifa.

Tutti però sono pronti a ritenere il sorteggio poco favorevole, se dall’urna il fogliettino estrae il nome: “Liverpool”. Al netto ovviamente dell’esistenza in Champions League delle fasce di ranking.

Avete mai ascoltato Florentio Perez lamentarsi d’un sorteggio? Qualcuno della dirigenza dei Blancos? Perché se l’obiettivo è vincerla, quella coppa, li devi battere tutti, prima o poi.

Il sorteggio integrale è una sorta di abominio blatteriano, contrario ad ogni logica sportiva e competitiva. Se provate a proporlo per il torneo di tressette al paesello, semplicemente: vi menano.

Per una qualche insondabile ragione, ventimila euro d’iscrizione, non rappresentano una ragione sufficiente per i presidenti perché pretendano norme chiare e regole precise. Sono però sufficienti per far loro brandire il social dei boomer per lamentarsi.

“Ci temono”
“Complotto dei poteri forti”
“Diamo fastidio”.

Perfino la retorica complottista è presa a prestito, dal calcio. Il vociare sui social di futsal è come gridare: “rimbalzo controllato” in mezzo ad una piazza gremita di gente. Non si volta nessuno a guardarvi e se qualcuno lo fa, vi rivolge uno sguardo di compassione.

Alzerà la coppa una sola squadra. Sull’albo d’oro verrà riportato un solo nome. Quella sarà la squadra più forte. Mentre quella squadra festeggerà, gli altri saranno impegnati a spiegare. Questo, semplicemente.

Tuttavia, sono certo che appena fuori da quel palazzetto, fuori dalla ristretta cerchia d’amici e appassionati, il mondo scorrerà perfettamente ignaro degli ultimi quattro vincitori della coppa italia di futsal femminile. Seriously.

In tanti nel futsal italiano, riempiono il tempo spendendolo a parlare di gente, storie, famiglia e poi invece è tutto lì, in quella coppa da 75 euro. Comprensibile quando se ne spendono 300 mila per vincerla. Però almeno tra di noi, seriously.

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