Un picco da 5,1 milioni. Per i Worlds di LoL

LoL è League of Legends ma anche uno degli acronimi più vecchi del web, vecchio quasi come il protocollo http.

Laugh out loud, ridere forte. Probabilmente è quello che fanno tanti dei vecchi parrucconi distribuiti equamente in giro per tutti gli sport, quando leggono di videogame come sport. Soprattutto in quelli minori.

Ridono mentre vengono sorpassati all’interno, alla prima frenata, in quella curva (la pandemia) che nessuno s’aspettava. Sarebbe successo anche senza COVID, ma l’accelerante è stato sicuramente importante. Se non poteva essere ignorato prima, il fenomeno ora sono gli eSports che si permettono anche d’ignorare la FIFA.

Hanno smesso di chiedere spazio, se lo sono presi. La Riot Games, che pubblica LoL ha chiuso la finale per il titolo mondiale nella casa dei Golden State Warriors, il Chase Center di San Francisco. Un mondiale a tappe itinerante, passato da Madison Square Garden e dalle maggiori capitali europee.

Pensare che ci sono sport minori che faticano a trovare una tensostruttura nella quale giocare. Con folle di appassionati disposti a seguirli ovunque, a patto che quell’ovunque non sia più lontano del bar del paese.

Ci sono anche quelli che vincono le medaglie all’Olimpiade, come il Curling per poi tornare nel dimenticatoio subito dopo. Però declamare “Obiettivo Olimpiadi”, nel duemilamilamai, non costa nulla. Sperando non sia una data troppo ravvicinata.

Una disciplina con numeri in costante crescita, non sono più fenomeno. Sono uno sport. Capace di incollare cinque milioni di spettatori nel cuore della notte europea e al mattino in Asia, davanti ad un evento che solo gli stupidi posso permettersi d’ignorare.

Non si può derubricare la sua portata di prospettiva. Il mutamento radicale di prospettive in atto, in una generazione che scompare, quella di: “da grande voglio fare il calciatore” per essere sostituita da: “da grande voglio fare il gamer”.
A differenza del calcio e ancor di più del futsal, gli esports sono una macchina da soldi, fatta per generare profitto.

Non sono un ente benefico come tante squadre di sport dilettantistici. Sono strutture finalizzate a generare utili e storture. QUelle tipiche del capitalismo avanzato. Sono aggressive, verso quelle che definiscono fette di mercato. Honor of Kings, il moba cinese approdato in Europa, si gioca sullo smartphone allargando di fatto così a chiunque, giovanissimi compresi, la platea di possibili giocatori.

Gli eSports sono riusciti in qualcosa che nel futsal resta solo e sempre aria fritta. Hanno costruito nel giro di 10 anni (questa storia dei piani decennali ricorre spesso ndr) un movimento che è ground – up. Dalla base al vertice.

Guardateli davvero i ragazzini e le ragazzine. Non quella manciata di folli che scelgono di praticare uno sport sperando di ricavarne una carriera. Guardate quei bimbi che invece di chiedere le scarpe da calcio chiedono una card da 50 euro per LoL. Sono lì a dimostrarvi quanto siete vicini ad aver perso una guerra.

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