Caffè Corretto – Dejavu

Il futsal italiano soffre di una cronica inefficienza di mercato. Non si limita a quello degli atleti, s’espande ad ogni aspetto della disciplina. La narrativa scelta spesso ne aggrava la condizione di debolezza come prodotto.

Si sceglie di proiettare una immagine di grandeur generata artificialmente, alimentata finanziariamente come fosse una campagna pubblicitaria. Scegliendo quindi di non intrattenere un pubblico, di non attirarne uno potenziale, non si generano acquirenti.

Presentando il prodotto, ad un pubblico il più possibile generalista. Con il solo evidente risultato di catalizzare un pubblico già fidelizzato, quello che si definisce di relazione. Cioè collegato già al prodotto e quindi contiguo.

Questa inefficienza comunicativa, genera anche nei nuovi soggetti sportivi che s’avvicinano al prodotto futsal, la percezione che esista un mercato nel quale è possibile espandersi perché appunto occupato non in maniera ottimale.

I più avveduti s’accorgono presto che in realtà il suddetto mercato benché molto vivace, è particolarmente ristretto nelle sue dimensioni numeriche. Nel quale la caratterizzazione dello sport, particolarmente locale e parrocchiale, non si trasla in un mercato nazionale.

Il futsal italiano vive in questo momento di bolle, estremamente territoriali. All’interno delle quali la proiettata attenzione rimbalza come un eco. Non ha alcuna importanza al di fuori di quelle realtà.

I numeri, quelli non mentono mai. Anche quando rivelano una realtà che preferiamo ignorare.
L’assunto di questa valutazione circa la viewership del futsal è che esiste un numero finito di spettatori. Non esistono quindi soggetti che stanno a casa a guardare il soffitto e che all’improvviso si trasformano in spettatori di futsal.

Si agisce quindi in un regime di concorrenza. Prendiamo in esame l’incontro clou dell’Italia femminile di futsal. La partita contro il Portogallo, la concreta possibilità di tentare l’impresa di eliminare le vice campionionesse d’Europa.

Il fattore orario, le 22 italiane. Cioè sul finale di Roma – Napoli, partita di cartello della Serie A 22-23. Nei giri conclusivi del GP di Austin, il contatore della diretta sulle pagine ufficiali della FIGC segnava 564, in un gesto di generosità, portiamo questo numero a 600.

C’era anche la diretta su VivoAzzurro, il canale youtube della FIGC, raddoppiamo quel numero.
Milleduecento spettatori unici. In una operazione di eccezionale generosità intellettuale, una di quelle che sfiora il reato d’abuso di credulità popolare, aggiungiamo uno zero ai decimali.
12.000 spettatori, a guardare la bellissima partita tra Portogallo e Italia di futsal femminile.

Nota a margine: il dato auditel è costituito dalla media del numero di ascoltatori sui singoli minuti che compongono un programma o una fascia oraria.
Fine nota a margine.

Numeri mai registrati, numeri straordinari.
No.
Nemmeno per sogno, nemmeno nel più sfrenato sogno nel quale il Bat Segnale illumina l’allunaggio di Armostrong.

Milan – Juventus di calcio femminile ha registrato 155.000 spettatori. Un numero che equivale al 1.4% di share nella fascia oraria “Day Time – Pomeriggio”. Numero magrissimo se si pensa che Rai Sport nella stessa fascia oraria ne aveva raccolti 336.000 con il ciclismo su pista. Il “best sport on earth”: Ciclismo su Pista.

Quello che manca al futsal italiano è una sana iniezione di realismo. Invece di cacciare dal tempio solo i mercanti, sarebbe ora di sbattere fuori anche i “cacciaballe”. I professionisti della frottola, quelli che mentono, sapendo di mentire.

Non ho usato il mio esempio preferito, in questa analisi dei dati. Così lo sciocco di turno non potrà dire: “parli sempre di videogiochi”. In realtà scrivo di eSport ma mi rendo conto che alle menti fragili la distinzione potrebbe sfuggire.

Anzi no, lo faccio. Uso gli eSport. In quella stessa sera a guardare su Twitch un panel di esperti parlare di un quarto di finale dei Worlds di LoL, c’erano 247.000 persone. Ho usato di proposito gli acronimi senza spiegarli, se vi fosse sorto improvvisamente il dubbio.

Duecento quaranta settemila persone a guardare gente che spiega le tattiche di una partita di un videogame. Visto che era trasmessa anche su YouTube, facciamo che raddoppiamo quel numero come per il futsal? Ok, fa mezzo milione di persone.

Tell me again about it. Raccontami ancora dello sport in espansione, del grande spettacolo che c’è ma nessuno vede, quindi non esiste. Prova ancora, a raccontare delle folle oceaniche, a mentire sapendo di farlo. Invece di porti l’unica domanda possibile.

Esattamente cosa fa il futsal italiano per intercettare quel pubblico? Perché è chiaro che a mala pena riesce a catalizzare gli appassionati. Vi racconterò cosa fa la Bundesliga austriaca per trovare nuovi appassionati di calcio, spero di riuscire un giorno a raccontare qualcosa di simile per il futsal italiano.

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