Venticinque anni, un quarto di secolo

Esiste una immagine del sito della Divisione Calcio a 5, navigabile da circa un quarto di secolo. Se escludiamo il periodo nel quale l’adozione del defunto Adobe Flash player lo rende oggi illeggibile, è possibile viaggiare a ritroso nel tempo. Nella storia di questa disciplina, storia digitale, in Italia.

Potreste scoprire che il primo tentativo di avere una webtv risale al 2011, potremmo definirli dei precursori, in un tempo in cui era tutto più selvaggio sulla rete. Fa sorridere oggi ricordare della “grande novità” della webtv, quando fu lanciata qualche anno fa prima che si ripiegasse su un più economico canale YouTube.

A quelli più attenti ricordo però che il “tubo” fu lanciato nel 2005 e debuttò in Europa nel 2007, ad essere davvero lungimiranti 3 anni dopo sarebbero potuti già sbarcare con il calcio a 5 su YouTube.

Già allora c’erano le dirette “in tv”, si si usavano ancora i televisori classici di quel tempo. C’erano i naming sponsor, ENEL e BNL. C’erano i giornali sportivi come partner, gli sponsor tecnici, i toni trionfalistici, le finals nelle Marche, i bagni di folla. Vi suona familiare? Correvano gli anni in cui era appena deceduto il già citato Adobe Flash Player.

Da Rai Sport Plus a Rai Streaming a FOX Sports a Sky Sports, venticinque anni di successi. Eppure da quando Bacaro era appunto venticinquenne e la nazionale italiana dominava, “vicecampione del mondo” e “campione d’europa” ad oggi, la condizione generale dell’italica disciplina non sembra affatto migliorata.

Un quarto di secolo, un quarto di secolo digitale è un tempo lunghissimo. Mentre il futsal italiano si guardava compiaciuto allo specchio, nasceva e moriva myspace, yahoo come motore di ricerca fino ad oggi quando scomparirà Skype diventato Team.

Eppure il futsal tricolore adotta sempre la stessa ricetta, s’appiccica la medesima etichetta: “sport in crescita”. Venticinque anni e cresce ancora. Tutti anni di sviluppo esponenziale. Ma se tutti questi anni di crescita non sono stati sufficienti a renderlo “importante”, non è che forse, forse c’è un problema? Forse anche più d’uno.

L’unica e indiscussa abilità del calcio a 5 italiano è quella di essere la meta d’arrivo del prossimo presidente in cerca di gloria (locale) che crede alla narrativa dello sport in crescita: Investe cifre spropositate per la realtà della disciplina, vince per qualche anno, scopre che invece la disciplina non va da nessuna parte, si stanca e s’annoia, smette.

Ciclicamente.
Guardate i nomi delle squadre in A, allora.

Buona Fortuna, Futsal.

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