“Che, scusate se sono poche, ma settecentomila lire, punto e virgola, noi, noi ci fanno specie che quest’anno, una parola, quest’anno c’è stato una grande moria delle vacche, come voi ben sapete! Punto! Due punti!! Ma si, fai vedere che abbondiamo. Abbondandis in abbondandum. Questa moneta servono, questa moneta servono, questa moneta servono che voi vi consolate. Scrivi presto!”
Così declamava il principe Antonio De Curtis, in uno dei suoi più famosi sketch.
A fargli da spalla, Peppino De Filippo. La famosa scena della lettera sarà poi ripresa da Troisi e Benigni, in Non ci resta che piangere.
Non ci resta che piangere, già. Perché a festeggiare sono già in troppi, l’orizzonte luminoso. Quello che da bravi visionari, solo loro sono in condizione di scorgere. In quello che vedono tutti gli altri, il futsal inizia la conta delle squadre scomparse. Una moria di squadre, di tutto rispetto.
Nella Serie A maschile, il CMB rinuncia, viene ripescato L84. Si retrocede ma non davvero, solo momentaneamente. Nella Serie A femminile, quella dall’orizzonte fulgidissimo, spariscono Bisceglie e il neopromosso Progetto Futsal.
In A2, maschile c’è solo l’Arzignano che alza bandiera bianca. Ma a differenza del femminile, bisogna scendere in Serie B, ultima “serie” nazionale, per trovare la fossa comune. Dentro seppellite senza calce viva, troviamo ben undici (11) squadre.
Nella A2 femminile, primo gradino nazionale, non va meglio. Dodici rinunce, tra cui il Padova appena retrocesso. I patavini, dopo un solo anno di A, rinunciano all’attività anche di A2. In quella lista di nomi però, spiccano alcune società, celebrate per la loro cavalcata promozione.
I cantori per il popolo del futsal, quando le celebravano queste squadre, non sapevano che quelle società non erano attrezzate per sostenere gli oneri di una promozione? Quando si sperticano il lodi, dimenticano anche di guardarsi intorno?
Una disciplina in salute, perde sistematicamente squadre dalla serie maggiore, ripesca, ridistribuisce e corre a nascondere i cadaveri sportivi. Il futuro è roseo, come i prossimi articoli a pagamento sulla Gazzetta dello Sport. Non dobbiamo preoccuparci.
Ad aleggiare nell’ambiente, restano sempre le stesse domande, che senza risposta si ripetono. Perché lottare per ottenere una promozione che non intendete onorare, tanto che provate a ricollocare il titolo sportivo?
Perchè v’assumete gli oneri di una squadra di calcio a 5, nazionale? Una risposta l’ho trovata però non vi farebbe decisamente piacere leggerla. Quindi chiedo ancora, perchè? Ci deve essere una ragione, che non somigli ad una supercazzola.
Let’s play. Che giocando passa, passa tutto. All’orizzonte c’è sempre una nuova coppa di plastica. Un indotto da generare, ma anche un condotto e perfino un corridoio. Uno di quelli lunghi dove qualcuno v’insegue, altri si rincorrono.