Mentre impazza un “futsal mercato” che ruota sempre intorno agli stessi nomi, che cambiano solo denominazione sociale, sembra non invertirsi il trend nelle scelte di molte squadre. Usato sicuro. Spesso strapagato, nonostante non trovi più spazio, nei campionati che contano.
Cosa accade invece, dall’altra parte del Mediterraneo? Nella prolifica, per il futsal, terra iberica. Accade che il Barcellona, investa nel ventenne francese Mamadou Touré. Nel giro della nazionale transalpina e colonna, dell’ACCS.
Dovreste ricordala questa squadra parigina. Eliminò il Pesaro in Coppa dei Campioni, si regalò la copertina dell’Equipe acquistando Ricardinho, fu retrocessa d’ufficio per gravi irregolarità finanziarie. Infine bandita da ogni competizione organizzata dalla federazione. Su questa storia delle radiazioni, ci torneremo.
Dopo aver disputato i quarti di UEFA Champions League, in questa stagione, l’ACCS viene infatti ripescato per colmare il vuoto lasciato dalla squadra russa esclusa dall’UEFA. Non una squadra italiana, ma una francese, che militava nella seconda divisione e colpevole di innumerevoli irregolarità finanziarie.
Un francese, di un campionato considerato minore da molti addetti ai lavori italiani, in blaugrana. Non un ventenne italiano, un francese di quasi seconda divisione. Forse giova riscriverlo, ancora. Un ventenne francese si, un ventenne italiano no.
Perché?
Se quello italiano è un campionato così bello, così pieno di campioni, com’è che nessun giovane italiano viene tentato dai grandi club? Forse la spiegazione è abbastanza simile a quella che si può offrire alla domanda “perché non passiamo il main round in champions”.
Il Barcellona guarda in Francia e non in Italia. Forse perché i giocatori prodotti dal nostro sistema non sono all’altezza del livello di un campionato come quello spagnolo? Ma nemmeno per una squadra di Lisbona.
La macchina delle illusioni, quella che gli stessi presidenti foraggiano per sentirsi amati, non può raccontarvi, ammesso che ne sia capace, quello che accade sotto i vostri occhi.
Spalti vuoti, giocatori ultra trentenni in campo. Un generale pubblico disinteresse.
Forse però volete guardare in uno specchio come quello di Biancaneve. Sentirvi così i “più belli del reame”. Dovreste invece augurarvi un Pedro Dias. Uno come il massimo dirigente portoghese, capace di analizzare con brutale sincerità i punti deboli della disciplina. Sviluppare un piano, dettagliato e capillare per poi reggere il timone con la barra dritta per 10 anni.
Temo non lo vogliate, meglio un venditore di sogni. Uno che vi racconta che siete belli, che solo lui ha la soluzione ai vostri problemi anche se ignora quali siano. Uno che gioca con i vostri soldi e voi lo lasciate anche fare.
La colpa però di ogni mancanza del futsal italiano è dei non formati. Perché qualsiasi altra spiegazione implicherebbe un coinvolgimento collettivo nelle responsabilità.
Mamadou Touré vi ricorda invece, l’unica triste è incontrovertibile verità: non siete all’altezza.