Non è che la panchina d’oro

Mentre il trofeo di campioni d’Italia di futsal maschile compare anche in spiaggia, quella pesarese e i lustrini sono stati appena raccolti, tutti ormai sono proiettati alla prossima stagione.

Aleggia tuttavia tra le pieghe di molte dichiarazioni, un certo stile cognitivo nel futsal. Un punto di vista differente, esposto con chiarezza e senza troppa retorica, diventa inequivocabilmente una polemica.

Perché una polemica è più facile da derubricare. Un punto di vista che esponga un problema, esige una risposta articolata. Una polemica la si può accantonare come fosse un fastidioso ronzare di zanzare.

Un artificio retorico, che ha nella sua semplicità, la sua debolezza. Criticare la scelta di Salsomaggiore rientra nei confini della dialettica. Motivarla escludendo dalla conversazione l’aspetto economico è un vano tentativo di nascondere la realtà.

Nessuna cittadina, a cento chilometri da Milano, metà del turismo termale sponsorizzato dal Servizio Sanitario Nazionale, è appetibile come centro nevralgico di uno sport a meno di una iniezione importante di denaro.
Perfettamente legittimo e comprensibile.

Negare l’evidenza è futile. Li abbiamo visti tutti i teloni, le balle di fieno rotolare per le vie della cittadina. Arena vestita magnificamente a festa, poi però ci devi anche portare qualcuno alla festa che non siano gli addetti ai lavori. Non ad una sola festa, a tutte.

Fulvio Colini ha esposto pubblicamente un problema, con toni anche concilianti. Derubricare tutto sotto l’ombrello della polemica mostra più i limiti di un sistema che la sua prospettiva di crescita.

“A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina” frase resa celebre da Giulio Andreotti che però riferì d’averla ascoltata nel 1939 dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, allora Vicario di Roma.

L’assegnazione del premio della Panchina d’Oro per il futsal maschile è uno dei prossimi appuntamenti ufficiali. Ecco a seguito delle dichiarazioni nel dopo partita, di uno dei maggiori candidati alla vittoria finale, quelle parole mi sono tornate alla mente.
Non accadrà, sicuramente.

C’è un artificio retorico che funziona altrettanto male. Quello che giustifica l’assenza attuale, con una supposta presenza eccessiva avvenuta in precedenza. Un po’ come rispondere all’eccessivo uso di vino a tavola, con la totale astemia.

Un po’ come se il Presidente della Repubblica, mandasse un vice a portare omaggio all’Altare della Patria. Perché: “l’altro presidente era sempre presente lì”. Rispondere alla troppa presenza, con l’assenza. Funziona? No. Soprattutto quando una certa presenza istituzionale o assenza, è stata considerata un problema per altri.

Se il calcio non ha timore delle polemiche, anzi le alimenta. Così come il basket, se non siete vissuti solo nella vostra bolla social, avrete ascoltato le dichiarazioni del presidente della Virtus esternare il suo pensiero come se fosse armato di machete.
Perché dovrebbe costituire un problema per il futsal?

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