Finalissima anche per il futsal

La UEFA e la CONMEBOL, al netto delle dichiarazioni populiste di Ciferin, lasciano una nuova manifestazione, indirizzata ai team d’elite. Dopo il successo di pubblico, spettatori e sponsor di Italia – Argentina, un comitato congiunto ha deciso d’allargare al futsal e al calcio femminile la Finalissima.

Ciferin ha sempre recitato la parte del capopopolo, cosciente di mentire. “Il calcio è dei tifosi” è lo slogan più falso di sempre. Un po’ come dichiarare che la Apple è di chi compra suoi prodotti. No. È di Tim Cook e degli azionisti di maggioranza.

Un calcio che solo in Italia, ha perso il 30 per cento di spettatori, secondo i dati Auditel riportati da Calcio e Finanza, in questa stagione. Una flessione che diventa una pericolosa china, quando i numeri impietosi rivelano che lo spettatore del calcio ha perso interesse non per il prodotto. È stanco della moltitudine di eventi secondari.

All’ennesima diretta di San Scarsese versus Pulcionese, il tifoso davvero appassionato riconosce che lo spettacolo non è a livello di quello che ha visto per anni. Una pletora di eventi di altissimo livello, selezionati e confezionati.

A confermare questa differenza, ci sono oltre un milione di persone che hanno, in Italia, seguito la finale play off di ritorno tra Pisa e Monza, per la promozione in Serie A. Dimostrazione di un interesse ancora vivo, ma diversamente catalizzato.

Così, dopo aver inveito contro la SuperLega, ecco che il vertice UEFA propone di offrire al suo cliente, il miglior spettacolo possibile. Una serie di “Argentina – Italia”, che al di là del rotondo risultato sportivo a favore degli argentini, dimostra, in termini di pubblico, questa è la formula vincente.

Una lezione che verrà applicata anche al futsal (maschile?). I principali interpreti a rappresentare, si spera, il miglior spettacolo possibile. Non serve infatti, nessuna causa che non sia quella del consenso politico, riunire un gruppo di atleti a diversi livelli di condizionamento motorio e farli giocare davanti alle telecamere.

Lo spettatore, vuole essere intrattenuto. Vuol vedere le giocate, i gesti tecnici. Non gli interessa nulla della differenza tra 4-0 e 3-1. Come dovrebbe appassionarsi a “stop ad inseguire”, palloni calciati su altri pianeti e precoci enfisemi polmonari?

C’è una ragione, se il calcio di terza categoria non è un prodotto, se lo è raramente la Serie D. Il futsal dovrebbe prendere coscienza che il susseguirsi di partite della categoria “filmino del matrimonio”, sono solo un costo ma spesso anche un danno d’immagine.

Nel futsal, tutti a parlare di “numeri” e nessuno che poi li analizza, li spiega, li studia.
Finisce così che 200 views d’un intervista nella quale l’atleta viene indirizzato con un “non puoi dire quello che pensi” sia costata in termini strettamente economici una cifra improponibile. Perché senza spendere un centesimo, il video di un micetto che si rotola sulla schiena realizza facilmente 4mila views.

Se un appassionato, random, realizza un video verticale, che fa 9800 views, con una giocata in A2, non è solo un caso. Si tratta di un indicatore. Un indirizzo editoriale che ad ignorarlo, si resta confinati nell’anonimato delle partite della Scarsese Calcetto a Cinque.

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