Future Cup

In ambito finanziario, i future sono contratti d’acquisto tra le parti in una data successiva ad un prezzo prefissato. Cosa c’entra questo esattamente con l’ultima iniziativa, in ambito giovanile della Divisione Calcio a Cinque?

Tutto, ad iniziare dal nome.
Se il mantra è: “da qualche parte si deve pur iniziare”, l’ampio ventaglio anagrafico di atleti e atlete convocate, induce alla prima riflessione.
Se un giocatore di ventuno anni, non è già noto, rilevante, in un panorama così ristretto di talento come quello del calcetto, c’è davvero bisogno di osservarlo ancora, in azione?

I giovani, anche nel calcio, sono una risorsa altamente volatile. Soprattutto quando si parla di talento.
Questi erano i convocati per l’Europeo U21 di calcio nel 2013.
Riconoscete qualche nome?
Quanti di questi hanno poi davvero avuto una carriera di altissimo livello?

Matteo Bianchetti (Hellas Verona FC), Cristiano Biraghi (AS Cittadella), Luca Caldirola (Brescia Calcio), Marco Capuano (Pescara Calcio), Marco Crimi (US Grosseto FC), Giulio Donati (US Grosseto FC), Vasco Regini (Empoli FC)

Certo, in quella Nazionale c’erano anche: Verratti, Insigne, Immobile e Florenzi.
Ma anche Marrone, Donati, Borini, Gabbiadini. Questi ultimi, sono tutt’ora onesti pedatori professionisti.

Alla luce di questo, ribadisco: c’è davvero bisogno di ri-vedere ancora una volta, nel calcio a 5 italiano, una pletora di atleti che abbiamo già osservato in azione in Serie A e A2? Se il radunarli ha una limitata funzione tecnica e sportiva, forse ne ha altre?

Mentre vengono pubblicate le liste dei convocati, l’Italia Under 19 maschile di futsal batte i pari età spagnoli, in una amichevole in terra iberica. Risultato storico, che non si realizzava dal 2008. Un buon viatico verso la manifestazione europea di categoria.

Un risultato però se è “storico”, origina il suo nome dalla improbabilità del verificarsi, dalla sua frequenza e dal generale rapporto di forza tra le parti. Senza dimenticare che trattasi di amichevoli, utilissime per trarre valutazioni, migliorare e misurarsi, in attesa delle partite, quelle che finiscono negli almanacchi.

Vedere in campo gli “azzurrini”, in diretta sul sito figc.it mi ricorda, che da qualche parte, si sicuramente da qualche parte, devo aver letto dell’esistenza di una Italia femminile di futsal.
Pare s’evinca dal “non user friendly” sito della UEFA, di una manifestazione importante alla quale la nazionale maggiore di futsal femminile, deve provare a qualificarsi.

Per lei non ci sono spazi per amichevoli con la Spagna? Raduni? Uno, calendarizzato dopo eventuale gara 3 di finale scudetto femminile. Quando molte delle giocatrici vorrebbero essere in vacanza, al termine di una stagione che è sicuramente logorante.

Torniamo però ai “Future” del calcetto. Chi investe davvero sui giovani. Non i presidenti, ai quali interessa la “Aliexpress Cup” in bacheca, a fine stagione. Per poi farsi intervistare, avere così, un ritorno emotivo al loro investimento in denaro. Tutto dannatamente giusto, corretto e sensato.

Resta però l’enorme vuoto di talento che il calcio a 5 in Italia deve provare a colmare. Perché nessun bambino nasce in Italia con il sogno di diventare un giocatore di calcio a 5. Quello s’apprende per strada e se non è un ripiego, gli somiglia tanto. La sfida è ancora lì, alla base del movimento, così lontana e diversa dal suo vertice.

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