Caffè Corretto – Fine della Regular

La Serie A femminile, di futsal, ha concluso la sua regular season. Tra verdetti annunciabili anche ad inizio stagione e liete sorprese, in divenire. C’è chi lascia la Serie A, senza averci mai davvero messo piede e chi ha provato a restare aggrappato ad una massima divisione, che non è un premio. 

Termina il lungo preambolo ai play off. La stagione, quella che conta davvero, inizia per molti, forse per troppi, dai quarti di finale scudetto. Il Granzette di Marzuoli, c’arriva per la prima volta nella sua breve storia. Che fa il paio con la qualificazione nella Final Eight, di Coppa Italia.

Un successo costruito sulla medesima squadra, che nella passata stagione, manteneva la categoria attraverso i play out. Una inversione netta di risultati. Pur mantenendo evidenti limiti strutturali, tali da mettere in evidenza il lavoro svolto dal tecnico. Tutto quello che verrà d’ora in avanti, è gioia inaspettata.

Tra chi vince la regular season e non ottiene vantaggi sostanziali e chi arriva secondo aggrappandosi letteralmente alla classifica, la differenza è così abissale da rendere superfluo ogni ulteriore approfondimento.

In una serie playoff, al meglio delle tre gare, il fattore meno atteso ha la stessa probabilità di verificarsi che delle partite della stagione regolare. Con un peso statistico completamente diverso. Insomma per farla breve, il singolo episodio conta tanto, anche in una serie, breve.

Non sarebbe forse il caso, d’allungare le serie playoff? Accorciando questo preambolo che è la regular season? Forse cinque partite tra squadre davvero attrezzate per competere sono più interessanti anche solo da guardare, dei risultati da basket di serie c.

Se ci fosse ulteriore necessità di ricordare che la competizione agonistica e la collezione Panini (non nel senso di quelli con la salsiccia) o delle figurine Topps, sono profondamente diversi, c’è sempre la stagione della Kick Off a puntualizzare questa realtà.

Un nono posto, costruendo, con le difficoltà di una pesante eredità sportiva, idee da adattare e l’intelligenza di tentare, provare e cambiare. Quella delle ragazze in bianco e nero, è anche la storia di come si costruisce un gruppo squadra. Di capitani veri, di donne capaci di una umanità sconosciuta agli atleti uomini.

È la storia di talento messo al servizio di tutti. L’indiscutibile abilità tecnica di Vanelli, divenuta anche aggressività e tenacia difensiva. La crescita esponenziale di Ghilardi, il tocco sotto di Bovo sull’uscita del portiere. Sono l’indelebile affresco di un duo: Naiara – Ziero.

Ad una manciata di secondi dalla fine, sotto di sei gol, sono li a scattare, a dare l’esempio, a chiedere la profondità a delle ragazzine, sfinite. A ricordare loro, che per esserci un IO, c’è bisogno prima che ci sia un NOI.

Sipario che s’abbassa e si alza ancora. Si apre una nuova fase, quella nella quale ci sono sempre i solito noti: Lazio, Statte e Pescara. Ci sono i “New Kids on the Block” e qualche viandante occasionale. Una competizione diversa, nella quale conterà la forma fisica, la lunghezza e la qualità della panchina, la capacità d’assorbire i momenti di difficoltà.

Finalmente, si gioca davvero, non per migliorare la posizione nella classifica marcatori. Per vincere, per alzare al cielo il trofeo dello scudetto, per poter cantare davvero e a ragione: “I campioni dell’Italia siamo noi”.


 

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