Alla conferenza stampa di giovedì al GP del Brasile, Max Verstappen ha affrontato domande ripetute su se le due penalità di 10 secondi ricevute al Gran Premio del Messico cambieranno il suo approccio nei duelli ruota a ruota. Verstappen, spesso al centro dei riflettori nel 2024 per motivi che vanno dalle controversie nella sua squadra alla stretta della FIA sulle parolacce, ha risposto come di consueto. Con osservazioni schiette e a volte ironiche che rendono queste conferenze stampa eventi da non perdere.
Alla domanda se avrebbe cambiato il suo approccio dopo il Messico, Verstappen ha risposto: “È il mio decimo anno in Formula 1. Credo di sapere cosa sto facendo.” Ha respinto l’idea di sentirsi isolato tra le critiche, menzionando il sostegno di amici e familiari, senza mostrare segni di rimorso per le penalità.
lo stile verstappen
Lo stile inflessibile di Verstappen è stato paragonato a quello delle leggende della F1. Quando gli è stato chiesto della critica di Damon Hill, secondo cui farebbe fatica a “cedere terreno” durante i duelli, Verstappen ha minimizzato, dicendo: “Sono un tre volte campione del mondo, credo di sapere cosa sto facendo.”
Lando Norris, che si è scontrato con Verstappen in Messico, ha difeso le decisioni dei commissari. Lodando il loro giudizio e dichiarando di aspettarsi una “battaglia più pulita” nelle gare future. Sebbene non abbiano discusso degli incidenti, Norris ha espresso rispetto per Verstappen. Sottolineando però che non spetta a lui consigliarlo, dicendo: “Max sa cosa deve fare; sa che ha sbagliato.”
Quanto ai consigli che Verstappen realmente ascolta, ha preferito non entrare nei dettagli, accennando solo al fatto che coloro che segue sono “persone di buon cuore.” Ha inoltre criticato quella che percepisce come una doppia misura, notando che un linguaggio simile usato da Charles Leclerc in Messico non è stato sanzionato.
Per concludere, Verstappen ha espresso il suo sostegno ai giovani piloti, consigliando alla Sauber di considerare Gabriel Bortoleto e appoggiando le possibilità di Franco Colapinto. Ha sostenuto che le squadre dovrebbero correre più rischi sui giovani talenti, soprattutto con i grandi cambiamenti regolamentari previsti per il 2026.