Poche settimane all’assemblea elettiva della Divisione Calcio a 5. La corsa è in pieno svolgimento. I candidati hanno presentato i loro programmi. Niente di particolarmente innovativo e anche piuttosto scarni nei contenuti, più delle linee programmatiche che un articolato programma.
Il programma di Stefano Castiglia, che possiamo considerare l’ “incumbent” come farebbero gli anglosassoni, cioè il candidato uscente, al primo punto del suo programma ha: Rimodulazione del concetto di formazione in Italia…
Qui c’è il primo cortocircuito politico, il primo elemento “enigmatico”. Se c’è ora bisogno di indicare come primo punto la rimodulazione di qualcosa, perché non è accaduto nei due anni successivi alla Riforma Bergamini? Votata proprio dal gruppo che appoggia questa candidatura.
Enigmatica anche la proposta di un tavolo di lavoro, l’ennesima discussione infinita che non decide nulla, perché per modificare le NOIF, c’è bisogno dell’approvazione di tutta la filiera federale. È una buona tattica politica però, si riuniscono le squadre, si prendono decisioni e poi s’accusano i “poteri forti” se non si riesce ad approvarle.
Analisi e Sviluppo della Serie A femminile, seguono un paio di righe degne di Ugo Tognazzi in Amici Miei. Nessun accenno a come limitare l’endemica moria di squadre ma c’è un colpo di genio, per sostenere la Serie B femminile: limitiamo le retrocessioni. Non bastava aver ammesso alla B anche squadre senza meriti sportivi, pur di colmare i ranghi, ora si sancisce l’inutilità della stagione con un “tranquilli non retrocede nessuno“.
Il futsal italiano avrà il video support, dove come e quando, si vedrà. Si prospetta un rapporto più stretto con i comitati regionali, che ricordiamo dipendono dalla LND. Immagino siano ancora felici per vedersi scippare le squadre dal famigerato campionato amatori.
Sostenibilità. Dopo aver correttamente ripianato l’enorme buco di bilancio, trovato nelle casse della Divisione Calcio a 5, si prospetta ancora un processo che comporti la richiesta di supporto finanziario alla FIGC e al Ministero per lo Sport e i Giovani (questa è la dicitura corretta ndr). Perché altrimenti nonostante le entrate delle iscrizioni, questo calcio a 5 tricolore fatica a sostenersi.
Andrea Montenurro invece cosa propone. In una parola: la restaurazione.
Reintroduzione Social Match, Reintroduzione del Futsal Day, Riattivazione del Programma Futsal in Soccer, la lista è abbastanza copiosa di cose che tornano… Se Batman is back, non possono che esserlo i suoi cavalli di battaglia. Da buon uomo di spettacolo, l’ex presidente e neo sfidante propone una serie di punti che spaziano fino populismo più ampio: “percorso sociale per le categorie svantaggiate” che però sfociano anche in una deduco involontaria comicità: 104.
Manca clamorosamente però un accenno alla questione Formati e aumento dei costi. Una questione che invece sembra essere il vero cavallo di battaglia, il vero argomento cardine attraverso il quale si raccoglieranno le deleghe necessarie ad essere eletti.
Parola d’ordine back to the future, che è uno slogan decisamente migliore di “Direzione Futuro” che ha quel retrogusto da Grand Hotel, la rivista patinata con i fotoromanzi tanto in voga in Italia agli inizi del secolo scorso.
I due programmi finiscono inevitabilmente con il somigliarsi fumosamente, perché? Perché non è attraverso i programmi che si raccolgono i voti, le deleghe. È attraverso il più antico strumento della politica, il clientelismo. Tu fa qualcosa per me e io ti concedo il mio voto. Che sia una amnistia sulle multe, una deroga sul campo, una fantomatico appoggio economico per un torneo nel giardino di casa.
Una battaglia questa delle parole che sarebbe bello poter ascoltare in un confronto tra i due, vanno di moda nella politica da sempre. Anche per dare al popolo del futsal quel pizzico di “Panem et circenses” che sono da sempre il fulcro di ogni spettacolo, si anche sportivi.
