Il Futsal, s’è fermato ad Eboli

Così recitava uno striscione esposto ieri nel palazzetto che ospitava la Supercoppa di Serie A di futsal. In diretta su Sky Sport, alle 21.00.
In attesa di poter leggere gli ascolti dell’evento che si scontrava ieri sera contro le corazzate generaliste di Alberto Angela, 3.604.000 spettatori pari al 17%. Senza dimenticare che il secondo appuntamento con Sissi ha raccolto davanti al video 2.994.000 spettatori pari al 14.1% di share.

Mi collego all’app di Sky sul monitor più grande e sono ad Eboli.
Impianti più piccoli forse aiutano l’atmosfera. Seguo con attenzione un profilo social ufficiale che racconta le stagioni di futsal in Brasile. Gli impianti piccoli, raccolti con il pubblico (tanto) a ridosso del campo, creano quel frastuono che in questa stagione m’è capitato d’ascoltare raramente, in Italia.

Sul campo spiccava l’assenza di Espindola, fermato dal Covid nei recenti test di Capodanno. Il Pesaro è però quella corazzata costruita per vincere tutto. Ci riesce anche contro un coriaceo Eboli, che vende cara la pelle.
Ora luoghi comuni a parte, retorica sportiva messa in campo a piene mani, la sfida di ieri vedeva affrontarsi due realtà diametralmente opposte.

I marchigiani che puntavano almeno ad un Elite Round di Uefa Champions League. Per la stessa natura dell’obiettivo, hanno a disposizione un roster di atleti di livello decisamente superiore ai loro avversari. La Feldi Eboli, in questo momento occupa l’undicesimo posto in classifica, nella massima divisione.

Una narrativa “Davide contro Golia”, funziona meglio solitamente di uno “scontro tra titani” a meno che questi non lo siano davvero. Alla fine però a leggere in giro, sono sempre bravi tutti. Indistintamente. Come se: “è vero Cenerentola è bistrattata ma anche Madame Tremaine ha le sue ragioni”. No. Non funziona così, mai.

Nelle storie, in tutte, anche quelle sportive, ci sono i protagonisti e gli antagonisti. C’è la Mano di Dio e gli inglesi cattivi che occupano le Malvinas. Dall’altra parte ci sono gli argentini che rubano le partite e le Falkland. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.

I giocatori, non sono tutti uguali. Se da appassionati di calcio vi dicessero che Loris Karius vale Allison, voi pensereste che è il vostro interlocutore ad aver avuto una commozione cerebrale e non l’ex portiere del Liverpool. Con uno infatti i Reds, hanno perso una finale di Champions che potevano vincere. Con il secondo tra i pali, hanno alzato la Coppa dei Campioni al cielo.

La crescita di uno sport, non passa solo dall’ingrandire la vetrina, ma dalla qualità di quello che lì, viene messo in mostra.
Non solo in quel momento, nell’istante del presente. Vale la pena ricordare, che il futsal al massimo livello in Italia, è ancora popolato da allenatori, presidenti, dirigenti, che s’affrontano a colpi di post sui social.

Passi per i giocatori, a loro in fondo è permesso. Anzi le rivalità incentivano lo spettacolo. Voi riuscite ad immaginarvi Mourinho che prende il suo profilo sociale e va a commentare sotto a quello di Sarri con un: “A fenomenooooooo”. No vero?. È tutto qui, semplicemente.
 

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