Il caso Leganés

Sette giocatrici del Leganés lamentano il mancato pagamento di emolumenti per 22.180,14 euro. Non sono pubblicamente si espongono denunciando l’accaduto, con l’aiuto dell’ “assocalciatori spagnola”, la AJFSF, si muove per adire le vie legali.
La società è così condannata a pagare la somma dovuta e le viene indicato un termine ultimo, entro il quale assolvere al suo debito. Il Leganés non ottempera ai suoi obblighi. Viene emessa condanna accessoria. La società non potrà effettuare il tesseramento di atlete. Questo nella massima divisione di futsal femminile in Spagna.

Accade invece nel campionato tricolore in costante espansione, evoluzione e crescita, di vedere una società di massima divisione condannate a pagare le somme dovute ad un gruppo di suoi atleti anche ad un anno di distanza. Un costante flusso di sentenze della Commissione Accordi Economici.

Anche se condannate le società di calcio a 5 in Italia possono regolarmente svolgere attività agonistica. Come permesso dal regolamento. Quello stesso che nel comunicato numero uno della Divisione Calcio a 5, qualche anno fa, indicava la presenza di controlli sugli accordi economici. Eseguiti una sola volta e poi dimenticati, così come un appunto su un tovagliolo.

In Spagna quindi vige una norma restrittiva circa i compensi dovuti agli atleti. Nell’italico stivale è possibile dilazionarli per oltre otto mesi e anche ad avvenuta condanna continuare a non pagare. L’unica pena accessoria consiste in un punto di penalizzazione in classifica e un incremento di mille euro della somma totale dovuta.

Se non paga, alla società quale differenza comporta un aggravio della somma. In un ambiente dove è tristemente la normalità essere in ritardo di mesi con le somme dovute ai giocatori. Perché è sempre colpa di quel dannato sponsor, che aveva fatto delle promesse.

I giocatori dovrebbero riflettere sulla narrativa dello sponsor insolvente. Il presidente di turno con questa retorica si mette sullo stesso piano emotivo del giocatore che non riceve il denaro. Una sorta di: “vedi ci ha fregati entrambi”. Trascurando che l’unico a ricevere un danno reale è l’atleta che non può andare al supermercato pagando in “promesse dello sponsor fasullo”.

Ma questo è uno sport in costante crescita. Si probabilmente nella sua condizione debitoria.

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