God Save Sir Lewis

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Silverstone è uno dei circuiti storici che hanno fatto la storia della F1. Spesso come questa volta teatro di gare non banali. La dodicesima gara del mondiale ha segnato il ritorno alla vittoria di Lewis Hamilton dopo due anni e mezzo. Il sette volte campione del mondo non vinceva dal GP dell’Arabia Saudita del 2021 e, con questa vittoria, diventa il primo pilota a vincere 9 volte su una pista, raggiungendo un totale di 104 vittorie in carriera.

Mercato Piloti

Per la prossima stagione, la griglia si sta delineando sempre di più: la Haas ha annunciato l’ingaggio di Oliver Bearman, dandogli la possibilità di correre nella massima categoria dopo la bella prova fornita con la Ferrari in Arabia Saudita.

La Gara

Il tempo inglese è stato quello tipico: sole e pioggia. Tutti si aspettavano la pioggia e alla partenza, tutti hanno dato il massimo senza risparmio. Norris ha commesso un altro errore, perdendo la posizione mentre cercava di attaccare il solito Verstappen, e le Mercedes sono andate via, suscitando il tripudio del pubblico per i beniamini di casa.

I team radio parlavano di pioggia imminente e, dopo una mezz’ora, è arrivata davvero. È stato difficile guidare le auto con le slick sul bagnato e, per non correre rischi, si sono usate le intermedie, poiché la pista non era allagata. I pit stop sono andati abbastanza bene, eccetto per Piastri: forse in McLaren avrebbero avuto il tempo per fare un doppio pit stop come la Mercedes.
Max Verstappen, nonostante tutto, era ancora in lizza per vincere con una vettura che non sembrava più performante. Perez ha avuto una gara disastrosa, condita da una qualifica horror e un testacoda.

Il messicano deve stare attento: nonostante il contratto, rischia il posto e le parole del vecchio Helmut Marko non lo fanno stare tranquillo. Lawson e Ricciardo sono fantasmi che aleggiano lì, e lui deve dare una sterzata, altrimenti il sedile salta.

La gara stabile fino al nuovo pit stop per cambiare le gomme. Hamilton e Norris hanno montato le soft, Piastri le medie e Verstappen le hard. Se per Lewis le gomme erano buone, Lando è andato in crisi dopo diversi giri e Max, con le hard, ha volato, superandolo.

Pubblico inglese in silenzio nel finale di gara, con il loro beniamino in testa ma il rischio di una beffa in formula uno è sempre dietro l’angolo. Lewis non si è scomposto, ha continuato a correre a tenere il suo passo gara fino alla bandiera a scacchi. Il suo passaggio sotto la tribuna principale da leader, nel giro finale, ha permesso al pubblico d’esplodere in un boato.

Il team radio c’ha regalato un Hamilton in lacrime, un pianto dirotto che segna la fine d’un lungo digiuno interrotto dopo anni di vacche magre. Toto Wolff si è congratulato con il suo pilota e, dopo l’Austria, ha festeggiato ancora.

La McLaren ha letteralmente buttato via la quinta gara di fila. Per vincere i campionati, bisogna fare quel clic che permette di battere i migliori, per il team inglese si ripresenta il solito refrain: veloce ma non vincente.


E le Ferrari? Nel mezzo e nella mediocrità. Bocciato il pacchetto aggiornamenti, sono
ritornati alla configurazione pre-Imola. Sainz ha ottenuto un dignitoso quinto posto, mentre Leclerc è stato penalizzato da una scelta strategica ai box. Un grosso sprofondo rosso e preoccupa il fatto che gli aggiornamenti non funzionano. Poveri noi.

La Haas continua a splendere grazie a Hulkenberg, le Aston sono andate a punti con entrambi i piloti, mentre Tsunoda e Albon hanno ottenuto punti vitali per le loro scuderie.
Tra due settimane si va in Ungheria, al circuito di Hungaroring, una Monaco su pista.
Anche qui, chi parte avanti ha un grosso vantaggio.

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