Social Football Summit

Capita di trovare sul sito della Divisione Calcio a 5, notizie di belle iniziative.
Una di queste pubblicizzava il Social Football Summit. A Roma. Due ore e mezzo di bus a prezzi ridicoli, location facilmente raggiungibile poi con i mezzi pubblici. Biglietto abbordabile, possibilità di conoscere la realtà della comunicazione del calcio, quella vera.

Gli anglosassoni lo definirebbero un “no brainer”. Non avevo però preso in considerazione di poter essere quello del calcetto. Non è che m’importasse particolarmente. Ero più interessato a sondare l’ambiente. Capire come si stanno muovendo quelli che sono riusciti a fare business, in questo ambito.

L’atmosfera era di quelle tipiche dei momenti di grande cambiamento. Ho l’impressione di aggirarmi in un luogo fisico nel quale l’orizzonte appena esplorato è già vecchio. Un duemilaquattro “all over again”. Per i disattenti patologici, si tratta della data precedente al lancio di YouTube.

Un universo di addetti ai lavori, stretti tra management troppo vetusti per accettare il cambiamento e cambiamenti troppo rapidi per non tentare di anticiparli. La SuperLega potrebbe mutare completamente la narrazione del calcio. È l’argomento principale, anche se è solo sussurrato.

In una penisola italica digitale, presa di sorpresa dalla BoboTV e da Twitch, non ci si sorprende del problema di intercettare gli spettatori di cui soffre ormai in maniera cronica il calcio. Ingessato intorno a dei dogmi narrativi vecchi, la narrazione sportiva italiana non si innova. Prova semplicemente ad imporre vecchi schemi su media nuovi. Ovviamente fallendo, miseramente.

Si riciclano format, si copiano formule del passato e perfino nella narrazione orale, si è ancorati su certi flussi emotivi. Fermi ancora a “sciabolata morbida” e “mucchio selvaggio”.  Ci sono però, spiragli d’innovazione e storie di successo.

Non conoscevo, l’ampio e diffuso successo di 45esimo minuto. L’app di quiz sul calcio, pensata per riempire quei quindici minuti canonici d’intervallo tra i tempi. Premi per molti, ma non per tutti, volti noti e altri meno noti.
Best Commuity a “Cronache di Spogliatoio”, sintomo di una certa voglia del tifoso di far parte di un gruppo riconoscibile di persone. Di voler andare anche oltre il tabellino, il racconto di qualcosa che ha già visto.

Mentre Bobo Vieri viene premiato come “best live show” per BoboTV, sorrido un po’. Pensando che la piattaforma scelta per commercializzare quell’idea è proprio Twitch. Mi rimbalza in testa la frase: “le società vogliono l’articoletto da condividere su facebook”. Mi sento un po’ complice, ma non come altri. Penso anche alle partite trasmesse: “in diretta sulla nostra pagina facebook”. Siete così morti, che nessuno si prende nemmeno il disturbo di dirvelo.

L’anno scorso, su pagine di diverse da queste, probabilmente avrete letto un mio pezzo, nel quale vi parlavo di NFT.

Non Fungibile Token. Ecco, in questo SFS, l’organizzazione lancia il suo primo NFT. Una tipologia di NFT speciale: non una semplice immagine o video, ma un contenuto 3d interattivo che riproduce in modo originale il logo dell’edizione 2021 del Social Football Summit.

Si tratta di una webapp inglobata in un NFT di tipo ERC-1155, perfettamente compatibile con tutti i marketplace principali ethereum. Il primo NFT del Social Football Summit sarà pubblicato su Opensea. I primi esemplari di NFT del Social Football Summit 2021 sono stati utilizzati come premi speciali nel corso dell’evento.

Se non avete capito nulla della frase che avete appena letto, ecco: è proprio questo il punto.
Il futuro di cui vi parlavo ormai un anno fa, è già qui. Li avete notati i disegni a 8 bit comparsi nella timeline del profilo IG di Linea Laterale? Saranno i primi NFT del Futsal. Se trovo anche una artista dedicata è anche meglio.

Tutto passa attraverso il processo teso a coinvolgere il tifoso. Pratica quasi completamente dimenticata nella comunicazione del futsal. Nella quale i comunicati stampa diventano articoli di testate. Nelle quali 24 gol subiti in 4 partite diventano una piattaforma sulla quale costruire, cosa esattamente se non l’ennesima sconfitta?

L’ignoranza non è una condizione immutabile. Riconoscerla genera uno sprone alla conoscenza, conduce all’innovazione.
Tutto questo però, prevede una consapevolezza. La capacità di riconoscerla. Sapere di non sapere. Beati quelli che pensano invece di sapere. La loro assenza di dubbi, è la mia fortuna. 

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