La lista gara dei campioni d’italia

Ancora un altro ricorso in vista. Mittente, per la seconda volta, l’Opificio 4.0 CMB.
In precedenza c’era stato il reclamo avverso l’esito dell’incontro contro la L84. Rea di aver schierato lo squalificato Josiko. Per la vicenda la giustizia sportiva concederà quasi certamente la vittoria a tavolino per i lucani.

Secondo match in sub iudice, per la compagine lucana. La società presieduta dal presidente Auletta asserisce che nella lista dei 13 presentata dall’Italservice Pesaro, nell’ultimo match disputato, figurava un “giocatore” non formato.

Il virgolettato è apposto non a caso. L’atleta in questione, in realtà, è uno dei due dirigenti del club marchigiano. Si è accomodato in panchina nella gara di Policoro. La svista, in ogni caso, potrebbe rappresentare un semplice incidente di percorso.

Peccato che ad incappare in questo disguido, è il club pluricampione d’Italia. Quello che solo tra qualche settimana si presenterà sul palcoscenico della Champions. Non credo schiarando ancora un tesserato che ha da tempo superato la cinquantina. Certo in Italia giocano ancora atleti che hanno passato i quaranta, però, a tutto c’è un limite, spero.

La domanda che mi pongo però, non è di carattere amministrativo. Il quesito verte intorno al sottile ma importante filo della percezione, dell’immagine. Com’è possibile che la società italiana attualmente più vincente, con ambizioni europee e respiro internazionale, che investe ingenti somme nella disciplina, non dia la possibilità ad un ragazzo delle giovanili di vivere le emozioni di una partita di serie A.

Offrigli l’occasione di calcare lo stesso parquet di ben 5 neo vice campioni del mondo. Immaginate con noi l’emozione, di una convocazione in prima squadra. Per una partita in trasferta a Policoro. Notti passate insonni per qualsiasi ragazzo che sogna un giorno di calcarlo dal protagonista quel 40×20.

Invece, ora, a passare notti insonni, saranno i vertici della società marchigiana e probabilmente coloro che in campo hanno dato battaglia per portare a casa un difficile successo. Non c’era un dirigente addetto al controllo, che conoscesse questo meccanismo. Solo chi non fa, non sbaglia, vero. Gli errori qui però li pagano tutti, anche gli innocenti.

Già sento le voci rauche dei soliti vecchi. “Avranno preferito non perdere un giorno di scuola. I giovani d’oggi, non sono come eravamo noi”. (aggiungete retorica da strada a caso).
Le solite banalità. Invece non vi siete chiesti come mai questo ragazzo immaginario abbia preferito una giornata di scuola, alla panchina in Serie A.

Forse perché per voi non è adatto nemmeno a svolgere il riscaldamento? Oppure perché come tutti avrà sentito le voci di una richiesta d’allargamento del roster. Avrà intuito che il desidero di molti presidenti è quello di portare a 20 il numero dei giocatori che è possibile registrare. Un escamotage per aggirare il limite del cinquanta per cento dei formati. Per portarsi finalmente in panchina dieci giocatori stranieri.

Seguitemi. In questo viaggio in uno dei passati possibili. Indosserò le vesti di uno dei fantasmi della opera di Dickens, voi quelli di Scrooge. Davanti a noi, il meraviglioso impianto di Salsomaggiore Terme, le telecamere di Sky. Meraviglioso.

Ci trasferiamo ora, in una casa. Una delle poche sintonizzate sull’incontro. Sul divano di casa, davanti al suo bel schermo piatto, un bambino chiede al suo papà: “Ma perché quel giocatore ha in mano un foglio di carta e una penna?”. Ai tanti perché dei bambini bisogna sempre dare una risposta. A volte però, come in questo caso, il papà capisce che è necessaria una sana bugia.

Perché dire ad un bambino che la squadra più forte, ha seduto in panchina nelle vesti di giocatore, non proprio un giocatore, lo indurrebbero a rivolgergli tanti, tantissimi altri “perché?”.

No. La notte è fatta per sognare. Sognare un giorno un futsal migliore, fatto di grandi società, di grandi allenatori, di grandi campioni e di giovani che si emozionano anche solo nel momento in cui quel famoso campione, il suo idolo di sempre, a fine gara, gli chiede: “Ho finito il mio, mi passi il tuo bagnoschiuma?”.

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