Il mistero dietro le prestazioni di Hamilton in Ferrari
Lewis Hamilton sta attraversando un momento difficile nei suoi primi mesi come pilota Ferrari. Dopo il Gran Premio del Giappone, il sette volte campione del mondo ha fatto delle dichiarazioni “interessanti” circa un “deficit” sulla sua vettura rispetto a quella del compagno di squadra Charles Leclerc.
Queste affermazioni meritano un’analisi approfondita poiché rivelano aspetti interessanti della dinamica all’interno della Scuderia Ferrari e del processo di adattamento di Hamilton alla sua nuova squadra.
Hamilton ha parlato di un “elemento” della vettura che sta sottoperformando. Causandogli una perdita di oltre un decimo al giro. Ha anche menzionato che questo problema dovrebbe essere risolto per la prossima gara. Permettendogli di ottenere risultati migliori.
Sarebbe facile interpretare queste parole come un’insinuazione che la Ferrari stia favorendo Leclerc con componenti migliori. Ma questa conclusione sarebbe affrettata e probabilmente errata. La spiegazione più logica riguarda invece le divergenze nell’assetto delle due vetture.
Nelle prime gare, Hamilton ha seguito l’approccio della squadra per familiarizzare con la nuova auto. Tuttavia, già in Cina ha iniziato a esplorare direzioni di setup diverse. Ottenendo inizialmente ottimi risultati con la pole position e la vittoria nella Sprint Race. Purtroppo, ulteriori modifiche per la gara principale si sono rivelate controproducenti.
A complicare la situazione, dopo essere stato squalificato in Cina per un’altezza da terra troppo bassa, il team ha adottato un approccio più conservativo a Suzuka. Alzando la vettura più del dovuto. Hamilton, noto per preferire un’auto bassa e rigida dai suoi tempi in Mercedes, ha probabilmente sofferto più di Leclerc questa scelta.
Il team principal Fred Vasseur ha confermato che le differenze tra le due vetture sono legate alle preferenze dei piloti. Sottolineando come il team stia ancora esplorando le caratteristiche della SF-25. Effettuando scelte funzionali ad adattarsi ai diversi stili di guida dei suoi piloti.
La situazione di Hamilton mette in luce la complessità dell’adattamento di un pilota a una nuova squadra. Specialmente con le attuali vetture a effetto suolo che sono estremamente sensibili alle impostazioni. Non si tratta semplicemente di salire su una nuova auto e andare veloci; c’è un lungo processo di apprendimento e adattamento reciproco.
Mentre Hamilton continua a cercare il setup ideale per il suo stile di guida, la Ferrari sta lavorando per fornirgli una piattaforma che gli permetta di esprimere tutto il suo talento. I prossimi Gran Premi saranno cruciali per capire se il sette volte campione del mondo riuscirà a trovare quell’armonia con la SF-25 che gli permetterà di lottare costantemente per le posizioni di vertice.
Per una leggenda come Hamilton, accettare risultati inferiori alle aspettative è certamente frustrante, ma la sua esperienza gli insegna che la pazienza e la collaborazione stretta con gli ingegneri sono fondamentali per risolvere questi problemi.