Verso Mola per la Coppa

Eccomi qui a Fasano. A seguire le semifinali di Coppa Italia di Serie B. Dopo un pranzo al sacco che mi ha riportato ai tempi delle gite scolastiche. Calmata la fame la mia attenzione si sposta al campo. C’è Roma-Irpinia. Una sfida che mi coinvolge particolarmente, vista la
presenza di molte “vecchie” conoscenze. Da entrambe le parti. Da un lato Tai, Toba, Bruna e
Bea; dall’altro Ludo, Robi e Brenda.

La Roma, come molti dei lettori sicuramente sapranno, ha perso il suo presidente a inizio anno. Ad ogni partita la squadra scende in campo con una maglia dedicata alla sua memoria. Scorro l’elenco che contiene il roster delle due squadre, è evidente che si tratta di formazioni di alto livello, assolutamente da categoria superiore. Tipico delle squadre costruite con l’obiettivo dichiarato della promozione in Serie A.

I due allenatori vivono la partita in modo molto diverso: Iamunno è sempre presente con la voce, incitando costantemente le sue ragazze. Cely, invece, è più pacata. Attenta a dare indicazioni puntuali. È una partita intensa, che mette in evidenza l’equilibrio tra le due compagini, entrambe determinate a prevalere sull’altra. In fondo queste sono partite da dentro o fuori. Nessuna delle gioatrici in campo può risparmiarsi, non c’è un domani, non c’è un momento per rimediare.

Ogni contrasto conta, davvero. Al di fuori della trita retorica. Come in tutte le partite di questo tipo, a rompere gli equilibri sono i giocatori di maggiore talento. L’estro di Taina, il guizzo di Bruna e la finalizzazione di Toba. Così la Roma mette la freccia e si porta nella corsia del sorpasso che porta verso la finale. Le individualità, quando esano davvero, emergono.

Sulla sponda campana non è mancata la volonta. Robi ha lottato con il cuore, Ludo ha messo in campo tutta la sua grinta, e Brenda ha cercato la giocata d’autore. In queste partite ci sono sempre vincitori e vinti: se per chi vince la gioia è immensa, per chi perde resta quel senso di “ci siamo quasi riusciti, ma non è bastato”.

Questa è anche l’occasione per salutare le protagoniste, il calcio a 5 ha ancora questa dimensione familiare. C’è spazio per una parola di conforto in un caso, per felicitarmi per il risultato nell’altro. Il fato vuole che entrambe le squadre di ritroveranno ancora, negli spareggi per la promozione. C’è sempre un prossimo traguardo, questa è poi l’essenza dello sport, anche agonistico.

Tempo per la seconda semifinale.
Chiaravalle e Jasnagora. Due squadre che hanno chiuso al secondo posto nei rispettivi gironi. Tra le sarde c’è Filipa, amica di Mauro. Sono curioso di vedere cosa sarà capace di fare in questa semifinale. Anche qui non mancano giocatrici che hanno militato in Serie A, e si preannuncia una sfida equilibrata.

Il primo tempo è caratterizzato da grande agonismo, tante occasioni e momenti emotivamente intensi. Poi accade che Milena, con un tiro da fuori, sblocca il risultato: le sarde si sentono sollevate e cariche. Filipa si fa notare per il suo carisma silenzioso. La sua presenza si avverte, si percepisce più che ascoltarla. Nelle due fasi Filipa domina.

Verso la fine del primo tempo, le marchigiane iniziano a soffrire un po’ la pressione delle avversarie. Consapevoli di dover cambiare atteggiamento, al rientro dagli spogliatoi il Chiaravalle alza il ritmo. È Norma a concretizzare lo sforzo della squadra marchigiana con il gol he rompe finalmente l’equilibrio. Questo secondo tempo ci racconta che il Chiaravalle crede davvero nella vittoria, ma lo Jasnagora è come un pugile che, anche quando è alle corde, trova colpi inaspettati e scava dentro di se trovando energie che pensava di non avere.

Alla fine, sono i rigori a decidere la partita. Uno degli epiloghi più affascinanti ma anche più crudeli. Un momento nel quale sono i portieri possono diventare eroi. Sabina compie due interventi decisivi, ma è Sofia a far esplodere la gioia del Chiaravalle.

Per le sarde, i rigori sbagliati da Filipa e Milena pesano come macigni, soprattutto per due giocatrici della loro esperienza. Il pianto di Filipa dimostra quanto tenesse a disputare la finale… ma purtroppo è andata così.

Ora il teatro della finale si sposta a Mola, e non resta che dire: in bocca al lupo, Roma e Chiaravalle!

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