Formula 1: Il rischio di una crisi dei motori nel 2026
Mercedes mette in guardia i suoi clienti: McLaren, Williams e Alpine potrebbero rimanere senza propulsori se le regole cambiano nella prossima stagione.
L’attuale dibattito sulla direzione futura della Formula 1 ha preso una piega inquietante. Mercedes, uno dei principali fornitori di motori del campionato, ha lanciato un chiaro avvertimento. Se i regolamenti previsti per il 2026 venissero abbandonati, tre team di rilievo – McLaren, Williams e Alpine – si ritroverebbero letteralmente senza propulsori.
Negli ultimi mesi, si è intensificata la discussione sulla possibilità di passare ai motori V10 dal 2028, generando parallelamente dubbi sull’opportunità di procedere con i nuovi motori turbo ibridi pianificati per il prossimo anno. Alcuni attori del circus preferirebbero mantenere gli attuali propulsori per un altro biennio prima di passare ai V10, ma le conseguenze di un tale cambiamento sarebbero devastanti per l’equilibrio della griglia.
Toto Wolff, team principal della Mercedes, è stato categorico nell’affermare: “È impossibile. Semplicemente non abbiamo più l’hardware necessario. Non abbiamo i banchi prova, né le batterie. Nulla di tutto ciò esiste ancora. Potremmo probabilmente costruire un motore per il nostro team ufficiale, ma per il resto dei clienti è semplicemente impossibile.”
Il problema non riguarda solo i team clienti di Mercedes. Audi, che entrerà come costruttore nel 2026, non dispone di alternative ai propulsori sviluppati per i nuovi regolamenti. Anche Red Bull, nella sua nuova partnership con Ford, si troverebbe senza un’unità motrice competitiva, avendo investito esclusivamente nella tecnologia per il 2026.
Sebbene le preoccupazioni sulle future power unit siano legittime – soprattutto riguardo alla loro complessità, costi elevati e potenziale carenza energetica che potrebbe trasformare le gare in esercizi di risparmio – il direttore per le monoposto della FIA, Nikolas Tombazis, respinge così quello che definisce “allarmismo”.
“Non condividiamo questa visione catastrofista sui regolamenti del 2026,” ha dichiarato Tombazis. “Ci sono certamente delle sfide, e stiamo lavorando con i team e i costruttori per risolverle. C’è ancora del lavoro da fare per sistemare alcuni dettagli, ma sono convinto che vedremo vetture in grado di battagliare tra loro, sfruttando l’abilità dei piloti.”
Tombazis ricorda che simili timori emergono prima di ogni grande cambiamento regolamentare in Formula 1: “Ci furono storie allarmistiche anche per i regolamenti del 2022, secondo cui le vetture sarebbero state drammaticamente più lente. Non dico che tutto sia stato perfetto, ma non è stato un disastro.”
Il dirigente della FIA sottolinea un aspetto cruciale spesso dimenticato: “Se non avessimo modificato i regolamenti sulle power unit, attualmente la Formula 1 avrebbe solo due costruttori di motori, Ferrari e Mercedes, e nessun altro. Abbiamo cercato una formula che attraesse nuovi partecipanti, mantenendo le sfide tecnologiche e la componente ibrida.”
La stabilità regolamentare è fondamentale per garantire investimenti a lungo termine e per consentire l’ingresso di nuovi costruttori. Un ripensamento dell’ultimo minuto non solo comprometterebbe la credibilità della Formula 1 come piattaforma tecnologica, ma metterebbe anche a rischio la partecipazione di team storici.
In questa fase delicata, la Formula 1 deve bilanciare l’innovazione tecnologica con la sostenibilità economica e sportiva. La possibilità che tre team prestigiosi rimangano senza motori non è solo un problema tecnico, ma una minaccia esistenziale per il futuro stesso del campionato.