Forse si potrebbe scrivere con la “è”. Non per una particolare e anche possibile vicinanza identitaria, piuttosto per quello che concerne un certo tipo di comunicazione. Quella che Donald Trump ha imposto al partito repubblicano negli States. Le parole d’ordine si compongono d’una ripetizione ossessiva di quanto sia tutto “grandissimo”. Gli accordi commerciali, le iniziative politiche, i numeri in generale. Quando c’è ovviamente “l’orange man” al comando.
I palazzetti diventano stracolmi, s’immaginano folle di 15 mila spettatori, code chilometriche. Si dipinge una realtà desiderata più che una attuale. Una possibile, tutto più o meno lo è. Peccato che poi ci siano i numeri, quelli comunicati dagli stessi che cercano di creare questa realtà alternativa.
In un quarto di finale si registrano quasi 3500 spettatori di picco, quasi. Gratis, online, da casa. Questi 3500 spettatori di picco, non medi, ma in un momento preciso dell’evento, si trasformano da lì a pochi giorni in code chilometriche fuori da un palazzetto nelle Marche. Si moltiplicano per cinque, come si fosse nell’ombra una sorta di Gesù del calcetto. Un mediatico moltiplicatore di pesci.
Analizziamo un altro dato, di quelli comunicati ufficialmente. Don Peppe Napoli Futsal-Fortitudo Pomezia: 1941 la media di utenti collegati con un picco di 3212. Numeri definiti interessanti. Interessanti per analizzare dove si trova il movimento, se c’è un pubblico e quanto costa attirare questo pubblico.
Iniziamo con un acronimo ROI. Return of Investment. È una metrica finanziaria, serve a valutare il profitto oppure l’efficienza d’un investimento. Più semplicemente misura il ritorno economico comparato al costo dell’investimento.
Attirare all’incirca 3000 spettatori online per circa un’ora, tra costi di trasmissione, delle squadre, d’organizzazione risulta un affare piuttosto oneroso.
Si pagano i giocatori, le troupe, le varie istanze che rendono possibile l’evento. Diciamo che questi costi vengano assorbiti da sponsor, ads varie. Così da raggiungere un pareggio. L’evento non è a costo zero, il costo viene assorbito e il ritorno dell’investimento è zero.
Se vi dicessi che ora, in questo momento se cliccate sul pulsante “live” di YouTube ci compare una lista di canali, come questi. Un loop d’animazione con della musica. Ventunomila, 21000, spettatori live costanti. Costo? Minimo, un computer anche scarso, una connessione. Minimo intervento umano. Senza essere degli economisti, quale dei due eventi ha una ROI più alta? Indovinate.
Donald Trump può anche dichiarare: “abbiamo la più grande economia del mondo” ma questo non cambia il fatto che proprio in quel momento l’indice della borsa valori americana perdeva 400 punti. Può invitarvi a comprare le Tesla ma le azioni dell’azienda restano in caduta libera, il loro valore resta dimezzato rispetto a quello precedente all’insediamento della sua amministrazione.
il South China Morning Post può scrivere che Shangai non ha smog, puoi guardate il GP di Cina e vi accorgete che c’è una “nebbia” piuttosto densa e sospetta che avvolge come una cappa pesante tutto. Si possono offrire spiegazioni alternative ai fatti, qualcuno offre addirittura fatti alternativi.
Provate però con questa riflessione. Negli ultimi 10 anni, ma vanno bene anche gli ultimi due o tre, quante volte avete sentito decantare le lodi d’una disciplina in espansione, in crescita. Numeri straordinari, ogni volta. Anche se sono esattamente gli stessi, se non peggiori. Se esiste questo enorme mercato perché non lo si conquista, finalmente.
Perché le squadre continuano a fallire con la stessa frequenza dei vettori di SpaceX. Possibile che nessuno abbia scoperto la cornucopia dell’italico calcetto? Com’è che ci si picchia nei palazzetti con più frequenza degli incontri di UFC. Com’è che ci sono in giro più giocatori senza retribuzione che nuvole in un cartone dei Simpson.
In espansione, eppure è sempre lì questo calcetto. Sempre.