Divisione Calcio a 5 plus Goal.com

La Divisione Calcio a 5 e il portale sportivo Goal.com, specializzato nel calcio, hanno annunciato l’inizio di una partnership che entrambe le parti celebrano con soddisfazione. La nuova governance del calcio a 5, d’italica origine, cerca d’espandere il bacino dei possibili appassionati futuri della disciplina.

Strategia che indica come chiaramente la governance sia cosciente di quanto insufficiente sia numericamente al momento il bacino di pubblico che segue il calcio a 5 in Italia. Qualche anno fa s’era già tentata una collaborazione con il Corriere dello Sport che anche nella sua versione cartacea aveva dato spazio alla disciplina con il pallone che rimbalza meno.

È anche il segnale di quanto al momento la comunicazione intorno al movimento sia insufficiente a raggiungere un pubblico più ampio, ammesso che questo ci sia. La comunicazione sportiva soffre già dell’endemico problema del suo linguaggio, troppo retorico. Quella del calcio a 5 è colpevolmente ripiegata su se stessa, parla di se e a se.

Offrire un contenuto ad un pubblico più ampio, magari indirizzato verso un prodotto simile può essere una strategia. I lettori di goal.com leggono di calcio, il futsal somiglia al calcio, potrebbe esserci un travaso. Di fatto però non si creano nuovi appassionati, ci si affida all’interesse marginale di una parte di quel pubblico.

In questi anni le partnership per il calcio a 5 si sono succedute, in serie. Ognuna celebrata come una occasione per allargare la base di appassionati. Tutte, nessuna esclusa. Le collaborazioni sono passate, quel bisogno però è rimasto. Se questi tentativi non hanno generato i risultati sperati, potrebbe non essere quindi un problema solo di dove e come si comunica la disciplina del calcio a 5.

Potrebbe essere un problema che afferisce la qualità del prodotto.
Perché uno spettacolo che mette in campo content-creator dalla dubbia forma fisica, ex calciatori, calciatori di serie minori interessa un pubblico maggiore d’uno sport nazionale al quale partecipano atleti di livello mondiale in una lega che è professionale tranne che nella legislazione?

La Kings League Italia non mente sulla sua natura. È esattamente quello che dice di essere, quello che racconta di sé lo vedete poi sul campo.

Il calcio a 5 italiano invece mente a se stesso spesso, agli spettatori sempre. Racconta di palazzetti pieni, poi che sugli spalti ci siano solo 500 posti conta meno. Racconta di “classico” ma l’unica cosa che possiede è il classico fallire delle squadre. “Palloni” spacciati per palazzetti, campi in discesa all’aperto nelle serie regionali e la lista delle bugie non solo è lunga, è tediosa.

Rai Sport, Fox Sports, Sky Sports, Corriere dello Sport. Quante altre partnership devono succedersi prima che qualcuno ponga davvero la questione: “è il futsal uno sport in grado d’interessare una massa di appassionati”? Perché il futsal d’italico flavore non riesce ad ammettere d’essere un biathlon. Un suo piccolo pubblico, appassionato e via così.

Importante sul mercato come una birra al limone.

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