Luiza Bortolini non è solo una straordinaria agonista, non pratica semplicemente è con passione il futsal con indosso la maglia del Leoas da Serra. È una donna dotata d’una particolare intelligenza, d’una sensibilità che sui parquet improbabili dell’italico calcetto femminile è raro incontrare.
Sensibile da commuoversi per la prematura scomparsa della sua cantante preferita, perché le sarebbe mancate nuove emozioni. Avida lettrice, capace di cogliere al volo la mia offerta, quella di procurarle qualsiasi libro, anche in portoghese.
Tra le prime atleta donna a comprendere che il trend dei “video in palestra mentre m’alleno” tanto diffuso tra le altre giocatrici era narrativamente irrilevante. Capace di trovare la risposta giusta alla domanda: “perché qualcuno/a dovrebbe guardare una donna sudata in palestra?”
Terminata la sua esperienza in Italia, nelle file della Kick Off, Luiza è tornata in Brasile. Lì ha iniziato a studiare. Cercando di costruire una narrazione, uno storytelling, intorno al suo essere atleta. In un contesto nazionale, quello del Brasile che conta ad oggi 186 milioni di utenti attivi sul web ogni giorno, contro i 51 milioni di utenti attivi ad esempio in Italia.
Inoltre il portoghese, la lingua madre di Luiza, è usata ufficialmente in altri 10 nazioni. Si considero Macau, una realtà quasi nazionale anche se il Partito Comunista Cinese non è affatto d’accordo. Questo le dà accesso ad un pubblico potenzialmente ancora più ampio.
Perché ho scritto nell’incipit che Luiza è una donna dotata d’una particolare intelligenza, proprio perché ha iniziato a creare dei contenuti capaci di comunicare qualcosa. Ha scelto il racconto, uno strutturato. Ha compreso quali sono le dinamiche che indirizzano l’attenzione e quindi il traffico su un certo tipo di contenuti.
Nota a Margine.
Aida, nell’eventualità tu stia leggendo questo pezzo. La tua capacità di comunicare è ancora livello masterclass, quando ti applichi. Inavvicinabile al momento. Livello: Cannes Lions International Festival of Creativity.
Fine Nota a Margine.
Narrazione prima della fotografia, frequenza ma soprattutto la capacità, questa innata di “bucare” lo schermo, si qualsiasi esso sia. Un contenuto visivo, funziona davvero quando continuate a guardarlo anche senza audio. I video di Luiza sono esattamente così.
Possono farlo tutti a quel livello? No. Come non tutti hanno la medesima abilità ad esempio nel gioco del futsal. Si possono però imitare le best practices che Luiza utilizza nel realizzare i suoi contenuti, ovviamente la risposta è: si.
Il futsal è genericamente una disciplina della quale a conti fatti, importa solo ad un pugno d’appassionati.
Generare interesse quindi per una pratica sportiva semisconosciuta non può essere generata dalla pratica sportiva stessa. È necessario, come mostra Luiza, creare una narrativa che comprenda ANCHE il futsal, così da indurre lo spettatore a chiedersi, ad esempio: “ma che sport è?”.
Good Job Luiza.
Love You.