Il big match per me finisce così con questo soggetto che prima mi chiede se mi chiamo Mario, ovviamente no. Poi con fare minaccioso, come è riportato nelle mie parole raccolte dalla pattuglia della Polizia di Stato, mi apostrofava: “lo sai che tu da qui oggi esci sulla sedie a rotelle”.
Più d’una volta forse temeva fossi afflitto da un qualche ritardo cognitivo. Non contento d’avermi minacciato, il soggetto in questione, l’auto-asceso-al-trono della comunicazione mi metteva la mano al volto.
La cifra umana di differenza tra me e lui e proprio lì. In quelli che sanno parlare, usare le parole e quelli che usano la mani e non per il linguaggio dei segni.
Non contento mi minacciava ancora: “se lo scrivi ti faccio oscurare il sito”. Ma davvero? Dai vediamo come succede. Nel mentre, di quello sono sicuro, ci vedremo in tribunale. Perché a te, soggetto comunicatore, ti toccherà raccontarla ad un giudice questa attitudine alla violenza.
“Chiamala la polizia”, m’hai sfidato. Eccoti identificato la pattuglia della Polizia di Stato che ho prontamente chiamato. Professionali, premurosi, chapeau. Tutto questo accadeva sotto gli occhi del delegato al calcio a 5 femminile, probabilmente ancora una volta, voltato dalla parte sbagliata.
Questo è il megadirettoredellacomunicazione. Scritto così tutto attaccato. Questo è il volto questi sono i modi della squadra campione d’Italia, di futsal femminile. Questo è quello che in Divisione Calcio a 5 ritengono sai adatto ad organizzare qualcosa. Forse una rissa nella quale, le prende.
Siete questo. Miseramente questo. Pensa davvero, quel soggetto ,che mi spavento per le sue minacce di cui verrà a dare conto in procura. Pensate davvero che oggi il vostro credito sia aumentato. Quello è il volto che avete scelto per la vostra squadra, per il vostro sport.
Quando vi guardate allo specchio e vi chiedete quale faccia debba avere questo sport, ecco è quella lì. In tutta la sua povertà di modi e non solo. Complimenti, davvero sentiti.
