La veggenza…e l’ignoranza

S’avvicina uno scontro diretto, nel futsal d’italico stampo. Ecco che nei giorni che precedono l’evento, l’EIAR Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, produrrà interviste, se siete fortunati con i protagonisti/e, se non lo siete con delle “pettorine”.

“I dettagli faranno la differenza”, “daremo il massimo”, “dovremo mantenere alta la concentrazione”, “limitare gli errori”. Non dimentichiamo però l’altra probabilità di: “è bello giocare partite come questa”, “dobbiamo fare la nostra partita”, “saranno gli episodi a determinare il risultato”.

Davvero? Questi poveri lettori invece erano convinti d’altro? Esattamente perché è necessario comunicare che la squadra darà il massimo, non accade sempre? Non è la normalità? Non è quello che avete scelto di fare?

Quelle non sono frasi infinitamente e profondamente sciocche?

Che non ci sia sconfitta nel cuore di chi lotta mi sta anche bene. Tanto conta quello che c’è scritto sul tabellino, il cuore non fa classifica. “Rispetto per tutti, paura di nessuno”, se prendi otto sberle a partita, forse dico forse, la parola timore è più indicata, la paura è una roba più seria.

“Siamo una squadra diversa”, ad esempio rispetto all’andata. Davvero? Dal tabellino non sembrerebbe. Perché  sentite il bisogno di comunicare qualcosa nemmeno fosse una sessione di training autogeno. Se invece d’essere fuSTal, questa disciplina fosse davvero futsal, v’accadrebbe quello che è accaduto a Lookman, crocefisso in pubblica piazza dal suo allenatore come il “peggior rigorista mai visto”.

V’accadrebbe di subire il pubblico ludibrio come accaduto a Maignan per una “papera” che ci sta, è nella normalità del gioco eppure lì a puntare il dito, tutti. Come accade per Toloi che impazzisce a fine partita, come la simulazione di Theo Hernandez scaricato dalla società come un rifiuto tossico nella terra dei fuochi.

La fiera delle buone intenzioni, sotto forma d’intervista inginocchiata, a parte una diffusa comicità involontaria è interessante come un pippone sulla garra di Adani. È un cinepanettone, è chiaro cosa accadrà. Sono stucchevoli come le interviste post partita che iniziano con “hai disputato una buona partita, che partita pensi di aver fatto?”, spero un giorno che qualcuno risponda: “hai fatto tutto tu”.

Questo è il fuSTal. Così impegnato ad essere altro da se stesso, che non ha mai scoperto davvero cos’è.

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