Mercoledì di Coppe di Campioni. Il Milan che fatica nella Serie A affronta un Feyenoord che in Eredivisie cerca disperatamente di restare aggrappato alle zone alte della classifica. Un errore di Maignan, il portiere rossonero condanna la sua squadra alla sconfitta.
Non l’incapacità del Milan di fare gol ad una squadra olandese in difficoltà anche nel suo campionato e che ha appena ceduto uno dei suoi migliori giocatori proprio ai rossoneri italiani. No. La papera di Maignan condanna il Milan, così la Gazzetta dello Sport titolava anche sulla versione cartacea.
Nel fuSTal femminile, nel calcetto rosa, non succede. In un mondo nel quale il racconto sportivo è comune come una verità di Donald Trump, anche la cronaca dei fatti viene piegata secondo convenienza. Se a farlo sono gli uffici stampa delle squadre è in qualche perverso modo, comprensibile. Se però vengono riproposte da quelli che fanno “informazione” esattamente per quello che sono, ecco che l’intera disciplina diventa teatro, teatro dell’assurdo.
Capita così che un tiro innocuo finisca in rete perché il portiere si lascia sfuggire il pallone che carambola in rete. Quella che è un errore, papera, dell’estremo difensore, diventa un irresistibile conclusione a rete. Un grande gesto atletico, dal quale si può elidere senza problemi la parte più pruriginosa.
La vostra squadra subisce il gol del pari sulla sirena. Non è frutto del disimpegno errato del portiere che non spazza il pallone con pochi secondi sul cronometro. È merito dell’attaccante che ruba un facile pallone e la mette sotto l’incrocio da due passi.
La papera di Maignan.
Non esistono nemmeno alcuni fatti, nella cronaca di una partita nella quale dopo pochi istanti un difendente, come scrivono quelli che sanno di sport, tocca il pallone con una mano, in area. Anche senza la necessità d’avventurarsi nel valutare le decisioni arbitrali, che dite è un episodio che andrebbe evidenziato in una cronaca? Così come due espulsioni, che non sono un trascurabile evento.
La papera di Maignan.
Il calcetto a cinque rifiuta categoricamente la realtà. In una sorta di Severance, si questa è una citazione cinematrografica, prova a vivere in una realtà diversa, ripulita spesso dai fatti. Così quando poi s’interroga sul perché non abbia che una risibile rilevanza mediatica cade inevitabilmente dal proverbiale però, oppure è il meme di spiderman.
Se da ogni racconto si eliminasse il conflitto resterebbero solo le parti noiose, quelle incapaci d’attirare il pubblico. È così dalle pitture rupestri, dal racconto orale.
Esiste la concreta possibilità che non sia la disciplina ad essere noiosa ma la proiezione all’esterno della bolla, che seppur attiva resta confinata a quei pochi presenti sugli spalti. Da almeno un decennio si racconta così una disciplina e la sua crescita è stata nulla, sarà forse il caso d’esplorare altre vie?
Buona Fortuna, futsal.