Mancano quindici minuti alle 22.00 d’un martedì di UEFA Champions League. Sul campo della Fortitudo Pomezia 1957 si gioca un incontro della Serie A di futsal maschile. Gli spalti in quella che è più che una tensostruttura sono pieni. Cronisti d’altri tempi direbbero gremiti.
Il cronometro indica che mancano 08.48 alla fine. Leonardo Micheletto ha appena portato la sua squadra, l’Ecocity Genzano sul 2 a 2, mettendo a segno un tiro libero. Alla ripresa del gioco la palla ruzzola verso il calcio d’angolo alla destra dell’unica telecamera.
S’accende subito un parapiglia. Micheletto e a terra. In perfetto stile Royal Rumble o MLB si alzano le due panchine e per lunghi minuti s’accendono focolai di rissa nella zona della porta difesa dal Genzano.
Gli animi non si raffreddano, anzi. Intervengono astanti, dirigenti, personaggi comprimari. Marin, il tecnico del Genzano decide di riportare i suoi giocatori negli spogliatoi, l’accesso è proprio alle spalle della porta vicino alla quale è stato colpito Micheletto.
La telecamera stacca sugli spalti dove in molti sembrano mimare un pugno, il gesto di scagliare un pugno. Sulla tribuna opposta alla telecamera vicino alla balaustra viene inquadrato il patron del Genzano. Vincenzo Tuccillo si rivolge verso il campo mentre cerca di calmare gli animi di qualcuno alle sue spalle.
Due agenti di polizia attraversano il terreno di gioco di direzione di quello spazio alla balaustra. S’avvicina con fare concitato il patron del Pomezia Alessio Bizzaglia, riconoscibilissimo dai suoi occhiali bianchi dall’inconfondibile montatura.
Altro parapiglia. Si fa fatica a tenere proprio lontano il Bizzaglia dalla zona in cui c’è il Tuccillo. Ora gli animi sono roventi. Nota a Margine, questa la dichiarazione nel dopo partita della società di casa: “… La società, a partire da Patron Alessio Bizzaglia, si dissocia con fermezza da ogni forma di violenza, dentro e fuori dal campo …”. Seriously? Davvero?
La partita non riprenderà più. Micheletto verrà accompagnato e medicato in ospedale.
Questa non è solo una triste storia, d’ordinario calcetto. È una storia di fuSTal, nella sua peggiore accezione. Delle sciocche dichiarazioni dopo essersi resi partecipi della peggiore sceneggiata da bar di Caracas: si dissociano dalla violenza, quale esattamente, quella degli altri?
Questo sport, questa disciplina è esattamente quello, esattamente quello che avete visto. Già perché le immagini sono su YouTube e non possono essere smentite. Sono lì a ricordare a quelli che credono che questo sia lo sport migliore al mondo, che è semplicemente ed esattamente come tutti gli altri sport, di squadra e con una palla.
Migliori o peggiori non sono mai le discipline sportive. Lo sono invece le persone che le frequentano, che ne sono attori. Le potete trovare lì. Premete il pulsantino del play, andate veloci fino a circa un’ora e trenta e poi il fuSTal è tutto lì. Semplicemente.