Gli hacker e i cheater rappresentano una vera e propria piaga. Che minaccia l’esperienza offerta da qualsiasi gioco online disponibile sul mercato, specialmente titoli molto giocati e popolari come Fortnite, Call of Duty o League of Legends. Numerose aziende si sono attrezzate per contrastare il fenomeno, ottenendo risultati alterni.
Nonostante l’implementazione di sistemi anti-cheat sempre più avanzati e costantemente aggiornati, come il Ricochet di Activision per la serie COD. Che comunque non è privo di difetti. Insieme a numerosi aggiornamenti volti a correggere bug e glitch che potrebbero essere sfruttati da giocatori disonesti per ottenere vantaggi illeciti durante le partite, i cheater rimangono un problema persistente che potrebbe non avere mai una soluzione definitiva. Anche un rappresentante di Riot Games ha lasciato intendere che la situazione potrebbe non essere mai risolta completamente in nessun gioco online.
Phillip Koskinas, responsabile della divisione anti-cheat di Valorant sviluppata da Riot Games, ha sottolineato che, nonostante i ban di massa degli utenti scorretti, è praticamente certo che nuovi cheater riappariranno prima o poi nelle partite. In quello che sembra essere un ciclo infinito. “È inevitabile incontrare un cheater prima o poi”, afferma Koskinas. Che però assicura di non voler mai abbassare la guardia su Valorant: “Continueremo a bannarli tutti, ripetutamente, finché non si arrenderanno e decideranno di disinstallare il gioco”.
Valorant utilizza l’anti-cheat Vanguard. Considerato molto efficace ma che, come altri sistemi simili, non può fare miracoli. “Anche con il miglior hardware possibile, Vanguard può solo allontanare temporaneamente alcuni cheater, che prima o poi torneranno”, ha aggiunto Koskinas. Sebbene il suo discorso si concentri su Valorant, le sue parole sono applicabili a qualsiasi altro sistema e gioco. Non è possibile contenere il fenomeno dei giocatori disonesti con migliaia di ban. Molti di questi utenti troveranno comunque il modo di tornare, continuando a rovinare l’esperienza di chi vuole giocare in modo leale.
La domanda sorge spontanea: esiste davvero una speranza di porre fine in modo definitivo a uno dei problemi più grandi dei videogiochi online?
