La Terra Promessa

C’è Napoli – Juventus, una di quelle partite che se la Juventus di Motta non avesse lo stesso pessimo sapore degli omonimi Buondì, mi terrebbe incollato allo schermo. Invece eccomi qui, bordocampo di Pescara vs VIP, Serie A Femminile di futsal.

All’andata il Pescara, tra le squadre accreditate ad arrivare almeno alle semifinali scudetto, fu travolta da un’avversaria costruita per una tranquilla salvezza e se capita, una final eight. Che nel futsal femminile italico non si nega a nessuno. Pronti via e la VIP parte con il portiere di movimento. L’allenatore ospite non è per nulla soddisfatto di come la sua squadra si applica e non fa nulla per nasconderlo.

S’accende Rozo e trova subito la rete. C’è qualcosa in questo Pescara di diverso, non ancora profondamente diverso. S’avverte meno quella tendenza tutta loro d’assomigliare a lavoratrici più impegnate a timbrare un cartellino che a vincere. C’è più “pugna” la chiamavano i latini.

Taty trova dalla linea laterale, praticamente di spalle alla porta e senza slancio nel tiro, l’incrocio dei pali lontano della porta avversaria. La partita s’è praticamente conclusa in quel momento. Taty è quel giocatore che ha bisogno di stare in campo, tanto. Letteralmente bisogno, per comprendere la partita, per orientarla in aiuto alle sue compagne. A guardarla giocare m’è tornato in mente un pezzo dell’immortale quanto controverso film: The Program.

“È vero Joey? Ci condurrai alla terra promessa come scrivono qui?
Io vi guiderò ma voi, saprete seguirmi?”

Nathalia Rozo riesce ad essere nello stesso momento Eric Cantona e Francisco Conceicao. Per lunghi tratti della partita è incontenibile e passa spesso il tempo a contemplare la consistenza del parquet. Gli unici istanti in cui non è una minaccia per le avversarie è quando riposa in panchina.

Ho una domanda, se Divincenzo merita una chiamata per sedere in tribuna durante una partita della nazionale italiana femminile di futsal, anche questa Valendino potrebbe non avere problemi a ricoprire il medesimo ruolo. Almeno quella vista nelle ultime partite, più conscia del fisico che ha, più consapevole della vita sportiva, insomma un po’ meno giovane.

Vanelli va via con i graffi sulle braccia, la maglia decisamente più larga, Belli ritrova il campo dopo lo spavento per un gomito che poteva andare in pezzi e invece e ancora lì, tutto intero. Soffre sempre questo Pescara e con Troiano fuori la VIP perde l’unico giocatore ancora capace di “vedere la porta” con continuità, quella sofferenza non si tramuta in gol, in troppi gol.

Fotmob m’avverte che la Juventus dopo il gol iniziale di Kolo Muani è sotto di due, complice anche l’ennesimo intervento maldestro in area di Locatelli. Guardo verso il campo nei secondi finali della partita e non mi pento d’aver preferito questo spettacolo a quello della Serie A di calcio, almeno per una volta.

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