In occasione della più recente puntata di Champions Night su Tv8, Diego Abatantuono è stato protagonista di una lectio magistralis. Argomento: la demolizione delle convenzioni televisive calcistiche. Smontando la retorica vuota del calcio parlato.
“Vediamo i gol del Milan? Ma quali gol che è finita uno a zero!”
Così Abatantuono, tifosissimo del Milan, ha apostrofato il conduttore del programma. Non ha risparmiato la graffiante dialettica dell’attore milanese un Gianluca Zambrotta reo d’aver elogiato Leao.
“Leao è salito in cattedra”. “Ma quale cattedra, che fanno tutti schifo?” la chiosa di Diego Abatantuono.
Se il calcio non è messo benissimo, il futsal italiano è messo decisamente peggio.
Eccovi alcune delle dichiarazioni più recenti: “Il risultato è chiaramente condizionato dagli episodi. ” Esattamente da cosa dovrebbe essere condizionato un risultato? Dalla febbre emorragica, dal battito di una farfalla a Shanghai? Dalla cera sul parquet, dal calendario lunare?
“Tanta voglia di rifarci”, ma davvero e noi invece pensavamo che voleste fare schifo di proposito, ma guarda un po’ il caso. Dopo una sconfitta o una mancata vittoria, mi sembra ovvio no?
“Dobbiamo dimostrare chi siamo”, cos’è un controllo di polizia? Quello di passaporti in aeroporto? Solitamente questa affermazione arriva dopo una imbarcata, di quelle clamorose.
“Faremo di tutto per non sbagliare”, invece di solito cosa accade, sbagliate di proposito? Ovvio che vai in campo per fare del tuo meglio. Sarebbe il caso fare altro se si scende sul terreno di gioco con una diversa propensione.
Non mancano mai la resilienza, il cuore di chi lotta, dobbiamo rialzarci e via così. A citarle tutte ne verrebbe fuori un “wall of text”. La questione non è solo semantica ma culturale. Tutte queste parole, eternamente uguali a se stesse, avvinghiate ad una povertà di contenuti e di storie spaventosa, esattamente quale interesse dovrebbe suscitare? Dico a parte quello comico.
In un mondo permeato da LLM e da quelli che si lamentano del loro avvento, sono gli essere umani ad essere così scontati e pigri da essere imitati perfettamente da una qualsiasi AI. La retorica era eloquenza. Una disciplina del parlare o dello scrivere, fondamento di gran parte dell’educazione letteraria dall’antichità classica.
Ora è un atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell’agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell’effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni ed è tutta colpa vostra.