La recente pubblicazione da parte della FIA di nuove linee guida, che introducono possibili squalifiche, decurtazioni di punti e pesanti multe per “cattiva condotta,” ha colto di sorpresa molti in Formula 1. Sebbene il tema della condotta dei piloti fosse stato al centro del dibattito lo scorso anno, sembrava essersi affievolito durante l’inverno. Tuttavia, queste misure drastiche lo hanno riportato al centro dell’attenzione, con implicazioni che vanno ben oltre il semplice comportamento pubblico.
Implicazioni più ampie
Le nuove regole riflettono due questioni chiave: l’evoluzione del rapporto tra la FIA e i piloti e lo stile di leadership del presidente Mohammed Ben Sulayem. Conosciuto per il suo approccio intransigente, Ben Sulayem ha promosso un’applicazione rigorosa delle regole, inclusa la regolamentazione del comportamento dei piloti. La questione è emersa chiaramente durante il Gran Premio di Singapore, quando ha criticato l’uso di linguaggio volgare, portando alla penalizzazione di Max Verstappen per aver imprecato in conferenza stampa. Nonostante le critiche, Ben Sulayem ha difeso le sue posizioni, sostenendo che il suo compito è garantire il rispetto delle regole nell’interesse dei membri della FIA.
Trasparenza e coerenza
Secondo la FIA, queste nuove linee guida rappresentano un passo verso maggiore trasparenza e uniformità nelle decisioni dei commissari. Fornendo indicazioni precise sulle sanzioni, l’organizzazione mira a evitare situazioni confuse come quelle dello scorso anno, quando Verstappen e Charles Leclerc furono trattati in modo diverso per infrazioni simili. Tuttavia, le linee guida non sono vincolanti: i commissari mantengono la discrezionalità di adattare le sanzioni in base alle circostanze.
Confronto con altri sport
La scala delle sanzioni è paragonabile a quella di altri sport come la NFL, dove le multe per cattiva condotta sono standardizzate. Tuttavia, a differenza della FIA, la NFL concorda queste regole con l’associazione dei giocatori. L’assenza di consultazioni recenti con i piloti di F1 ha alimentato il malcontento, soprattutto considerando la loro storica opposizione alle multe finanziarie e la richiesta di maggiore trasparenza sull’utilizzo dei fondi raccolti.
Tensioni con i piloti
Le relazioni tra i piloti e la FIA erano già tese, complicate da questioni come il divieto di gioielli e la percezione di un trattamento poco rispettoso. Lo scorso anno, la Grand Prix Drivers’ Association (GPDA) aveva inviato una lettera aperta a Ben Sulayem, chiedendo un dialogo più collaborativo per migliorare il campionato. Tuttavia, Ben Sulayem ha respinto le loro preoccupazioni, dichiarando che i piloti dovrebbero concentrarsi sulle gare. Le nuove linee guida, introdotte senza consultazioni approfondite, hanno ulteriormente incrinato il rapporto.
La soggettività della cattiva condotta
Le linee guida definiscono la cattiva condotta in modo ampio, includendo linguaggio, gesti o azioni ritenuti offensivi. Questa vaghezza rischia di portare a interpretazioni soggettive e applicazioni sproporzionate. Ad esempio, ripetute imprecazioni in conferenza stampa potrebbero portare a sanzioni severe, come un mese di sospensione e una multa di 120.000 euro, ben oltre le punizioni previste per altre infrazioni sportive.
Dubbi sulla leadership
Anche il processo di approvazione delle nuove regole ha sollevato critiche. La decisione è stata ratificata rapidamente tramite un voto elettronico, senza consultazioni con piloti o promotori. Sebbene formalmente valido, questo metodo ha alimentato dubbi sulla trasparenza e sulla democraticità della leadership di Ben Sulayem. In particolare, il CEO della F1 Stefano Domenicali avrebbe votato contro la proposta, un gesto raro che riflette un malcontento diffuso.
Riflessioni future
Questa controversia emerge in un anno elettorale per la presidenza della FIA. Se fino a pochi mesi fa Ben Sulayem sembrava destinato a un secondo mandato senza opposizioni, il malcontento generato da queste linee guida potrebbe aprire nuovi scenari, mettendo in discussione la sua leadership.