Quello che sappiamo di Doom: The Dark Ages, in arrivo a maggio per PC, PlayStation e Xbox. Ecco le nostre impressioni.
C’è una scena iconica in 300 di Zack Snyder in cui Leonida affronta un’orda di Persiani con una combinazione letale di lancia, scudo e spada. La cinepresa si sposta lateralmente, rallentando il tempo per enfatizzare ogni colpo. Leonida si muove come un vortice di morte, abbattendo nemici con precisione brutale e trasformando il combattimento in una danza sanguinosa.
Questo momento cinematografico sembra aver ispirato profondamente il cambiamento più significativo di Doom: The Dark Ages.
Uccisioni dinamiche e controllo totale
Le Glory Kills di Doom (2016), pur spettacolari, avevano diviso i fan: brevi animazioni che interrompevano l’azione per eseguire mosse finali sui nemici. In The Dark Ages, il sistema è stato completamente rivisto. Ora le esecuzioni non bloccano più il giocatore in animazioni predefinite, ma si eseguono in modo fluido e da qualsiasi angolazione, mantenendo il controllo totale del personaggio.
Hugo Martin, il director del gioco, ha spiegato che questo approccio consente di affrontare più nemici contemporaneamente. Con armi come mazze ferrate, scudi chiodati e guanti corazzati, il Doomslayer può muoversi tra i nemici con una fisicità che rende ogni uccisione unica. Il risultato è un gameplay più dinamico, che enfatizza l’azione continua.
Un Doomslayer più massiccio
In The Dark Ages, il Doomslayer indossa un mantello di pelliccia e appare più imponente che mai, con un’estetica ispirata al Batman di Il Cavaliere Oscuro di Frank Miller. Il gameplay, definito dagli sviluppatori come “iron tank gameplay,” incoraggia un approccio frontale: avvicinarsi ai nemici usando lo scudo per difendersi, parare e contrattaccare. Lo scudo non è solo un’arma offensiva, ma anche uno strumento difensivo versatile, capace di deviare colpi e aprire la strada a devastanti contrattacchi.
Nuovi nemici e carneficine epiche
Alcuni avversari sono stati ripensati per favorire questo stile di gioco. Il cyberdemone, ad esempio, utilizza un’arma hitscan per costringere i giocatori ad avvicinarsi e affrontarlo direttamente. Inoltre, il gioco introduce nuovi nemici e armi progettate per il tema medievale-fantascientifico, come una balestra gigante che impala i nemici contro i muri.
Il numero di nemici sullo schermo è aumentato drasticamente, senza limiti imposti dal team tecnico. In alcuni momenti si affrontano orde di demoni, mentre in altri si combatte uno contro uno, garantendo varietà e intensità.
Aree sandbox e nuove possibilità
Una delle novità più sorprendenti è l’introduzione di aree sandbox. Accanto ai classici labirinti lineari, ora ci sono ambientazioni più ampie da esplorare, come foreste oscure, campi di battaglia e dungeon. Questi spazi offrono segreti, potenziamenti e persino la possibilità di cavalcare un drago cibernetico o pilotare un mech gigantesco. La scelta di eliminare la componente multiplayer ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi esclusivamente sulla campagna, aggiungendo elementi spettacolari come combattimenti con kaiju.
Prime impressioni
Doom: The Dark Ages promette di essere l’esperienza più intensa e visivamente spettacolare della serie. Con un gameplay più fluido, nuovi strumenti di distruzione e ambientazioni ricche di dettagli, il gioco sembra pronto a soddisfare sia i fan storici che i nuovi giocatori. Non resta che attendere maggio per vedere se manterrà queste promesse.