Mille euro, per il cartellino d’un giocatore

Comunicato ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, numero 283/AA.

Non una diceria, non un millantato credito. Un documento ufficiale della FIGC. Nel quale si delineano i contorni della condotta sportivamente delittuosa del presidente della ASD VIP C5 all’epoca dei fatti: il Sig. Fulvio Antonello.

Circa un anno fa, nel Gennaio 2024, così si legge nel documento quello che svolgeva le funzioni di legale rappresentante della società veneta avrebbe ottenuto dopo reiterate richieste il pagamento della somma di mille euro per il trasferimento della giocatrice Federica De Sarro in quel di Lamezia. A pagare la somma sarebbe stato il presidente del sodalizio calabrese il signor Nicola Mazzocca.

Squalifica di due mesi per il tesserato Antonello e mille euro di multa alla società, sanzione ridotta grazie all’accordo in essere tra le parti come prevede l’ex articolo 126 del Codice di Giustizia Sportiva.

Questi i fatti e non sono in discussione.

Quei fatti dovrebbero però mettere in discussione la diffusa pratica di considere il calcio a 5, in Italia e spesso quello femminile, come una isola di probi uomini di sport che con mille sacrifici s’adoperano al solo scopo di portare gioia al popolo afflitto.

Tutto velocemente archiviato, notificato al massimo con un link. Se nel calcio, ci fosse stato un indebito pagamento per facilitare una trattativa sarebbe stato argomento d’inchieste, dibattiti, insomma la notizia avrebbe tenuto banco. Certo se quella società ti paga per scrivere articoli, difficile poterlo fare.

La cessione del cartellino d’un giocatore a fronte di un pagamento è pratica vietata tra i dilettanti. Sollecitarla o pretenderla appartiene ad una sfera diversa chiaramente illegale come si evince dalla pena comminata. Che ci sia voluto un intero anno per arrivare ad una sentenza, considerando la velocità della giustizia sportiva è quasi un risultato celere.

Resta l’aspetto morale, quell’aggirare le regole anche con arroganza. Quasi fosse una pratica dovuta lo scambio per denaro. Sappiamo tutti bene che esiste, che viene perpetrato. Proprio per questo, fingersi migliori di quello che si è, non è una scelta intelligente.

L’omertà diffusa del calcio a 5 rende questa storia tristemente comune. Tra mille piccoli ricatti, mille piccoli sotterfugi. Il calcio a 5 in Italia a parte rarissime occasioni, è aduso alla pratica dell’omertà. Si sa, ma non si dice, come se dirlo, raccontarlo lo rendesse più vero oppure più pericolo. Quando in realtà è vero il contrario.

Continuate pure a guardare i coriandoli in alto mentre calpestate un parquet marcio, ad ogni silenzio un po’ di più.

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