Red Bull e Renault: Una Partnership Leggendaria in Formula 1

Una partnership leggendaria

Quando Red Bull Racing si affacciò alla Formula 1 nel 2005, pochi avrebbero immaginato che sarebbe diventata una delle squadre più dominanti nella storia dello sport. Tuttavia, il successo non arrivò immediatamente: ci vollero anni di lavoro e la giusta combinazione di talenti per trasformare Red Bull in una forza competitiva.

Il primo vero passo avanti arrivò nel 2007, quando Red Bull iniziò a collaborare con Renault come fornitore di motori. Questa partnership avrebbe definito un’era, portando Red Bull al vertice del campionato.

L’era d’oro

Tra il 2010 e il 2013, Red Bull e Renault furono la combinazione da battere. Con il geniale Adrian Newey alla guida del design aerodinamico e il giovane talento Sebastian Vettel al volante, Red Bull dominò il campionato.

In quei quattro anni:

  • Red Bull vinse quattro titoli costruttori consecutivi.
  • Sebastian Vettel conquistò quattro titoli piloti consecutivi.
  • Il team ottenne 41 vittorie, stabilendo record impressionanti.

La chiave del successo risiedeva nell’integrazione perfetta tra telaio e motore. Renault non era il motore più potente sulla griglia, ma era affidabile e ben adattato al design aerodinamico delle vetture di Red Bull, che eccellevano soprattutto in curva.

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Le crepe emergono

Il rapporto, però, non fu sempre idilliaco. Già nel 2012, ci furono tensioni quando Red Bull lamentò la mancanza di potenza rispetto ai motori Mercedes. Renault, invece, sottolineava come le richieste tecniche di Red Bull rendessero difficile sviluppare un motore più potente senza sacrificare l’affidabilità.

La vera crisi, però, si manifestò con l’introduzione del regolamento sui motori turbo ibridi V6 nel 2014.

Il punto di svolta nella relazione tra Red Bull e Renault fu l’introduzione del regolamento sui motori turbo ibridi V6 da 1,6 litri nel 2014. Renault incontrò enormi difficoltà già durante i test pre-stagionali, con Red Bull che riuscì a completare appena 1063 miglia di prove in 12 giorni, circa un terzo rispetto ai team di punta. I problemi erano incessanti: dalla carrozzeria che si surriscaldava fino ai guasti al motore.

Anche gli altri team dotati di motori Renault – Toro Rosso, Caterham e Lotus – affrontarono sfide simili. Le criticità, però, non erano solo contingenti, ma derivavano da errori strutturali, tra cui:

  • Un avvio tardivo del progetto del motore ibrido, che lasciò Renault indietro rispetto ai concorrenti.
  • Una sottovalutazione del ruolo del motore a combustione interna (ICE) rispetto al sistema ibrido, penalizzando efficienza e prestazioni.

Il propulsore Renault risultava meno potente e meno efficiente rispetto ai rivali Mercedes e Ferrari, compromettendo le performance in pista e acuendo le tensioni tra Red Bull e il costruttore francese.

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Il deterioramento della relazione

Abituata al successo, Red Bull reagì con crescente frustrazione. Le critiche pubbliche si fecero più frequenti e dure, provocando irritazione in casa Renault. Nel 2014, Red Bull collezionò appena tre vittorie, tutte grazie a Daniel Ricciardo, mentre la Mercedes dominava incontrastata.

La situazione precipitò ulteriormente nel 2015, quando il motore Renault non mostrò progressi significativi. Per la prima volta in anni, Red Bull concluse la stagione senza vittorie, un colpo durissimo per una squadra abituata a competere al vertice.

Le tensioni esplosero: Red Bull accusò pubblicamente Renault di fornire un motore “non competitivo” e “inaffidabile”. Renault, dal canto suo, rispose definendo Red Bull “irrispettosa” e incapace di apprezzare gli sforzi compiuti.

Questo scambio di accuse portò alla separazione alla fine del 2015. Red Bull cercò disperatamente un nuovo fornitore di motori, ma incontrò difficoltà a convincere altri costruttori a collaborare. Alla fine, fu costretta a continuare con Renault nel 2016, sebbene il motore venisse ribattezzato Tag Heuer, sancendo simbolicamente la fine del legame diretto.

L’era post-Renault

Nel 2019, Red Bull passò a una partnership con Honda. Fu una mossa audace, considerando il passato recente di Honda, segnato da insuccessi con McLaren. Tuttavia, la collaborazione si rivelò una scelta vincente.

Honda lavorò in sinergia con Red Bull per sviluppare un motore competitivo, e i risultati non tardarono ad arrivare. Nel 2021, Max Verstappen conquistò il suo primo titolo mondiale, interrompendo il dominio della Mercedes.

Da allora, la collaborazione con Honda ha trasformato Red Bull in una delle squadre più dominanti dell’era moderna, con Verstappen che continua a stabilire nuovi record.

Conclusione

La partnership tra Red Bull e Renault è stata una delle più prolifiche nella storia della Formula 1, ma anche un esempio emblematico di come il successo possa trasformarsi in conflitto. Dopo anni di trionfi, il deterioramento del rapporto ha spinto Red Bull a cercare altrove il supporto tecnico necessario per tornare al vertice.

Oggi, Red Bull è sinonimo di successo e innovazione, ma la sua storia con Renault resta un capitolo complesso, segnato da gloria e tensioni.

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