La lunga e storica presenza di Renault in Formula 1 presso il suo stabilimento di Viry-Châtillon terminerà dopo la stagione 2025. Alpine, la divisione F1 di Renault, ha deciso di passare ai motori clienti Mercedes a partire dal 2026, segnando un cambiamento significativo per la squadra.
La decisione è stata presa per ragioni di prestazioni. Durante l’attuale era ibrida, i motori Renault sono stati costantemente inferiori rispetto a quelli Mercedes. Con Flavio Briatore ora a capo del programma F1 di Alpine, la scelta di adottare i motori Mercedes è stata una soluzione semplice per migliorare la competitività.
La tempistica coincide con l’introduzione dei nuovi regolamenti sulle unità di potenza del 2026, che enfatizzano un’integrazione ancora maggiore della potenza elettrica. Per Alpine, questa mossa semplifica le operazioni e rimuove i limiti associati alle difficoltà attuali di Viry.
Un’eredità di innovazione
È sorprendente che il capitolo F1 di Viry-Châtillon si concluda in modo così silenzioso. Per decenni, lo stabilimento motori di Renault è stato un centro di innovazione tecnica, stabilendo tendenze che hanno cambiato il volto della Formula 1.
I motori turbo di Renault alla fine degli anni ’70 furono rivoluzionari, introducendo uno dei più grandi cambiamenti tecnici nella storia della F1. Innovazioni come le valvole pneumatiche nell’era turbo del 1986 permisero ai motori di raggiungere regimi superiori ai 20.000 giri/min, una volta tornati i motori aspirati. Le idee pionieristiche di Renault costrinsero i rivali a seguirne l’esempio per evitare di restare indietro.
Lo stabilimento sviluppò anche la tecnologia del diffusore soffiato dagli scarichi nel 1983, un concetto riemerso negli anni 2010 quando Renault forniva motori alla Red Bull Racing. Il controllo avanzato tramite software diede a Red Bull un vantaggio evidente prima che la tecnologia fosse regolamentata.
Le difficoltà nell’era ibrida
Nonostante il suo passato illustre, Viry ha faticato a mantenere la sua reputazione nell’era ibrida. Renault sottovalutò l’entità dell’investimento necessario per competere con i nuovi regolamenti sulle unità di potenza introdotti nel 2014. Mercedes, al contrario, riconobbe subito l’opportunità, investendo massicciamente nella tecnologia ibrida e nell’esperienza elettrica. Anni di preparazione e un budget notevolmente superiore permisero a Mercedes di dominare la nuova formula.
Renault affrontò l’era ibrida come un semplice cambio regolamentare, senza raggiungere il livello di ricerca, integrazione e spesa osservato nelle strutture Mercedes a Brixworth, Stoccarda e Brackley. I vincoli di budget a Viry, uniti alla filosofia aziendale di “efficienza finanziaria”, lasciarono la squadra in difficoltà.
Decisioni aziendali e opportunità mancate
La filosofia di Renault di ottenere risultati con un budget ridotto funzionò a metà degli anni 2000, in particolare durante gli anni dei titoli vinti con Fernando Alonso. Tuttavia, quel successo fu dovuto a una combinazione unica di circostanze piuttosto che a una strategia sostenibile. Quando i risultati calarono dopo il 2007, la pressione aziendale aumentò. Lo scandalo del Gran Premio di Singapore del 2008 peggiorò ulteriormente la situazione, portando al ritiro di Renault come team ufficiale.
Renault continuò come fornitore di motori, ottenendo successi con Red Bull nell’era dei V8 (2010-2013). Tuttavia, il marchio dominante di Red Bull oscurò i contributi di Renault, limitandone la visibilità. Renault tornò infine come team ufficiale, ma l’operazione di Enstone che aveva riacquistato era stata privata di investimenti e talento durante gli anni sotto Genii Capital.
Impegno insufficiente
L’era ibrida richiedeva enormi investimenti, sia nell’infrastruttura della squadra che nella tecnologia dei motori. La leadership aziendale di Renault, ancora concentrata sull’efficienza dei costi, non comprese la scala dell’impegno necessario. Mentre Mercedes spese miliardi per dominare, le risorse limitate di Renault costrinsero le sue unità di potenza a inseguire fin dall’inizio. Nonostante miglioramenti graduali, i difetti concettuali iniziali furono difficili da superare e la partnership con Red Bull si interruppe.
Negli anni ’80 e ’90, Renault spendeva molto in F1 e Viry prosperava. Tuttavia, la transizione alla proprietà privata nel 1996 cambiò le priorità, con gli azionisti che chiedevano una gestione finanziaria più rigorosa. Il coinvolgimento intermittente di Renault in F1 da allora ha impedito di costruire lo slancio necessario per competere ai massimi livelli.
La fine di un’era
L’incapacità di Renault di impegnarsi pienamente per il successo a lungo termine ha infine portato alla sua uscita come fornitore di motori in F1. Il talento e la creatività a Viry erano indiscutibili, ma senza investimenti costanti e supporto aziendale, il declino è diventato inevitabile. Mentre Alpine si prepara ad adottare i motori Mercedes, cala il sipario sull’operazione motoristica un tempo dominante di Renault, ponendo fine a un capitolo straordinario nella storia della Formula 1.