Caffè Corretto – Banda Bassotti

Il furto dei proprio beni personali è tra i reati che più lasciano quell’idea d’essere stati violati. Come quando vi svaligiano la casa, vi aprono l’auto o in genere vi portano via qualcosa che è vostro. Non c’è solo la perdita, c’è il disagio anche psicologico.

In qualche modo l’unica notizia che è sembrata rilevante nel panorama sportivo del futsal femminile è il furto del contenuto dei borsoni da gioco portati in trasferta dalle atlete della squadra del presidente Intini. Non s’è potuta quindi disputare la partita con la Kick Off in programma nel giorno dell’Immacolata. Tralasciamo i luoghi comuni, Vallanzasca era veneto e non certo le bande che hanno reso famosa la Milano di Piombo erano solo legate all’eversione politica.

M’ha sorpreso più la risonanza che s’è data ad una notizia che per quanto spiacevole resta un evento collaterale a quelli sportivi, però pur di riempire gli spazi di solito occupati dalle NON-NOTIZIE una volta che c’è un fatto di cronaca allora via su tre pezzi per dire la stessa identica cosa. Voilà.

Accadimento che m’ha sorpreso meno della vittoria del Lamezia, che finalmente sblocca la casella vittorie e ne fa addirittura due al Molfetta. Il secondo un pregevolissimo “gollonzo” che la Gialappa’s rese celebri nella loro prima vita professionale. Aggancio al Foligno con il quale ora condivide l’ultima piazza della classifica. Calabresi che ora hanno segnato sei reti, 1/3 delle reti realizzate al solo Molfetta.

Il Falconara vince con un colpo di ginocchio sulla sirena di Elpidio e la VIP bette un Cagliari troppo impreciso sotto porta per tentare il colpo gobbo. Una sfida salvezza che però i miracoli di un campionato a 12 squadre proiettano le venete in zona playoff e final eight. Stessa zona nella quale s’attesta un CMB che soffre oltre misura con un paio di ferite autoinflitte e se mister Neri indica di spazzarla in tribuna, forse è il caso d’ascoltarlo. Al Foligno non manca la volontà, la corsa o la voglia, manca il talento, semplicemente.

Al netto di “ogni gara è una finale”, il Verona scende a Pescara ed approfitta subito d’un momentaneo ritorno della letargia delle abruzzesi che mal si coniuga con il ritmo che le abruzzesi riescono ad imprimere alla partita. Vantaggio e il Verona si piazza ordinato nei suoi venti metri e randella qualsiasi cosa capiti in prossimità della loro metà campo. Bastano trenta secondi e il Pescara si ricorda d’essere una squadra con abbastanza talento da riempirne due di squadre. Dalmaz accende il tabellone come le lucine d’un albero di natale che c’eravamo scordati spento.

Portiere di movimento delle scaligere e gol che accorcia le distanze. “Dai che la pareggiamo” arriva dalla panchina della squadra ospite. Vero che con questo Pescara può accadere di tutto, ma due volte nella stessa fase della stagione, sarebbe davvero troppo, anche per loro. Finisce con 3 punti per il Pescara e Verona appaiato in classifica al penultimo posto in classifica in coabitazione con Molfetta e Cagliari.

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