Era la scelta giusta…

Ci sono volute dodici partite e dieci sconfitte dopo, l’ultima solo 24 ore prima, ma l’Italia di futsal femminile è riuscita finalmente a battere la Roja. Questa era l’amichevole che l’Italia cercava, voleva e aveva la consapevolezza di poter vincere. Solleva il morale, aggiunge consapevolezza nei propri mezzi. Tutto quello che un’ampia imbarcata contro il Brasile non avrebbe offerto.

Claudia Pons ha l’infermeria che assomiglia ad un lazzaretto. Convoca quindi un gruppo di ragazze di prospettiva: Celia, Eva, Antia, Albita, Marian, Paula e spera che le bastino Sotelo, Lujan e Peque a tenere insieme i pezzi. Sono sufficienti per quaranta minuti, soltanto. Tra le azzurre è assente solo Bertè, Belli s’accomoda in tribuna.

Più formazione tipo di così per le ragazze del CT Salvatore non si può. Segnano due gol fotocopia approfittando della respinta corta del portiere spagnolo e controllano il gioco, di fronte una Spagna che non ha abbastanza talento per battere una squadra che schiera cinque giocatrici di sicuro talento.

Le azzurre hanno impiegato una sola partita in più di quelle che furono necessarie all’Italia di calcio prima d’espugnare Wembley contro i maestri inglesi con un gol in contropiede all’86esimo di Fabio Capello. Allora i precedenti erano di 4 vittorie inglesi e ben quattro pareggi. Le azzurre hanno battuto la loro “Inghilterra” più o meno dopo lo stesso numero di partite. Ora non resta che ripetere la prestazione contro l’altra avversaria di peso in Europa: il Portogallo.

Certo nessuno s’aspetta che in una partita ufficiale Claudia Pons faccia ruotare anche il portiere, oppure schieri costantemente giocatrici alle prime esperienze internazionali. Rientreranno le lungo degenti, serreranno le fila e quanto ci saranno in palio i punti per tutti sarà una questione sportiva completamente diversa.

Questo risultato risponde anche al quesito comune: “era meglio affrontare il brasile?” evidentemente no. Non si sarebbe potuto adottare l’aggettivo “storico” che oggi sembra tanto in voga oggi tra chi racconta di calcio a 5 italiano. Nota a Margine: quando si utilizza “storico” per la prima vittoria di una squadra si ammette implicitamente che prima quella stessa squadra faceva schifo. Fine Nota a Margine.

Doveva succedere, è successo. Farsi prendere a pallonate dal Brasile per la gioia onanistica di qualcuno non avrebbe cambiato i valori sul campo. Non ad un solo anno di distanza dal Mondiale. Quella non sarebbe stata la prima di 12 amichevoli contro la squadra al momento più forte tra le nazionali femminili. Sarebbe stata lo spettacolo circense dove da una parte c’erano i leoni e dall’altra gli ignari cristiani lì per essere divorati. Con la speranza che l’evento sia il più cruento possibile.

A meno di non trovare una oriunda del calibro di Tampa o Manieri, queste azzurre hanno abbastanza talento per arrivare tra le prime quattro al mondiale filippino a patto di giocare un paio d’incontri perfetti. Dall’altra parte del globo ci sono nazionali femminili, come quella dell’Iran con grandi tradizioni.

Ora alle azzurre il non facile compito di dare continuità a questi risultati, senza dimenticare che solo ventiquattr’ore prima erano uscite sconfitte dal medesimo incontro, contro la medesima squadra. Segno che per quanto quella sia una delle peggiori Roja possibili, c’è ancora bisogno d’un Italia perfetta per battere le spagnole.

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