Audi e il dibattito sul limite di spesa in F1: polemiche in vista del 2026

L’ingresso di Audi in Formula 1 nel 2026 sta alimentando il dibattito su un adeguamento del limite di spesa che sembra avvantaggiare soprattutto la sua futura squadra, Sauber. Sauber, con sede a Hinwil, in Svizzera, diventerà l’operazione F1 di Audi. Rendendola unica rispetto ad altre squadre con base nel Regno Unito o in Italia.

Il limite di spesa complessivo della F1 aumenterà da 135 milioni a 215 milioni di dollari nel 2026, in parte a causa dell’inflazione e delle nuove regolamentazioni. Tuttavia, un ulteriore adeguamento che tiene conto dei salari più alti in alcuni paesi sta generando polemiche. Sebbene questa modifica non sia esclusiva per Audi, avvantaggia in modo sproporzionato Sauber a causa degli stipendi medi più alti in Svizzera.

Secondo le nuove regole, la FIA applicherà un “fattore di considerazione” basato sui salari medi nazionali e sui dati economici. Questo adeguamento mira a creare condizioni di parità tra le squadre di regioni con costi alti e bassi, secondo Nikolas Tombazis, direttore delle monoposto della FIA. Senza tali misure, secondo lui, le squadre situate in aree costose come la Svizzera avrebbero difficoltà a competere equamente o potrebbero essere costrette a trasferirsi.

Nonostante questa logica, la maggior parte delle squadre si oppone all’adeguamento. Ayao Komatsu, team principal di Haas, ha criticato la decisione. Chiedendosi perché una squadra svizzera debba ricevere un’esenzione quando tutte le squadre scelgono liberamente dove stabilire la propria base. Ha sottolineato le difficoltà nel rendere il limite di spesa completamente equo. Osservando che concentrarsi su un singolo fattore, come i salari, rischia di semplificare eccessivamente dinamiche più complesse.

Komatsu ha anche evidenziato potenziali incoerenze, come i vantaggi finanziari per gli ingegneri che si trasferiscono tra diversi paesi, e si è chiesto dove tracciare il limite. Ha paragonato questa regolamentazione ad altre norme eccessivamente dettagliate che finiscono per creare nuovi problemi.

Tombazis ha difeso la posizione della FIA, sottolineando che l’adeguamento si basa su dati affidabili dell’OCSE e su dati salariali interni delle squadre. Ha ribadito che la regolamentazione è equa e necessaria per prevenire squilibri competitivi o trasferimenti forzati. Promettendo maggiore trasparenza per affrontare le preoccupazioni delle squadre contrarie.

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